“TUSCIDI”, SPECIE PROTETTA DALL’ALTO IN VIA DI ESTINZIONE

Sembra davvero paradossale che una terra come la Tuscia, così infarcita di storia e di cultura, sia ricordata ed esaltata dai suoi rappresentanti solo in prossimità degli appuntamenti elettorali.

In tempi non sospetti, nei periodi poco appetibili per i “fini palati” dei “Tuscidi” – così è denominata la specie dell’homo politicus di quest’area, “protetta dall’alto” ormai in estinzione – l’attenzione per questa meravigliosa provincia svanisce.

Nei periodi di stasi, ovvero quando non temono di perdere le loro dure “carcasse” dotate di poltrona, i “Tuscidi” vanno in letargo, si isolano in un limbo gravido di certezze (le loro), in un individualismo altezzoso, dimenticando le proprie origini e snobbando i territori che li hanno generati.

Tutto, però, cambia quando si approssima “l’alta marea”, quando un’ondata impetuosa e minacciosa potrebbe far vacillare i loro agi e travolgere le loro “carcasse” dotate di poltrona.

Questo avviene quando si avvicina “l’Equinozio di primavera”, di solito individuabile tra i mesi di marzo-aprile.

Allora i “Tuscidi” si risvegliano e si riattivano con un fare incessante.

Riaffiorano allo scoperto proclamando bei propositi, facendo progetti, comparendo con le loro sagome sui giornali, nelle manifestazioni, tra la gente, che fino ad allora avevano evitato, temendo di essere distolti dalle loro inerzie, così fruttuose e remunerative.

In questi periodi di rischio, i “Tuscidi” si rimettono all’opera, si scontrano, si insultano tra loro, si contrastano anche barbaramente, perché sanno essere spietati e, talvolta, agiscono senza i freni dell’etica.

Si coalizzano tra “carcasse” dotate di poltrona, per mostrare più forza verso altri “Tuscidi” in competizione.

Ma ora tutto sembra essere cambiato, gli abitanti della Tuscia, disincantati, li guardano con diffidenza, hanno ormai compreso le strategie dei “Tuscidi” e non si fidano più.

Le loro azioni, i loro proclami passano inosservati, le loro “carcasse” dotate di poltrona appaiono quasi inconsistenti.

I loro affanni sono ormai inutili tentativi di sopravvivenza di una specie “protetta dall’alto”, finalmente in estinzione.

 

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