LA CONGIURA DEGLI AVVELENATORI, E UNA SEMPLICE PROPOSTA

In un territorio come la provincia di Viterbo in cui tanta parte della popolazione riceve nelle case acqua avvelenata dall’arsenico (in misura assai superiore ai limiti massimi consentiti dall’Unione Europea – che sono gia’ il doppio di quelli ammessi dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’), il primo pensiero dei pubblici amministratori dovrebbe essere quello di trovare al piu’ presto il modo di garantire acqua potabile alla popolazione.

Ed il modo e’ semplice e chiaro: realizzare dearsenificatori alla fonte.

Invece le amministrazioni di importanti comuni lungo un decennio i dearsenificatori non li hanno realizzati; ed essendo prossima la scadenza dell’ultima scellerata deroga avuta dall’Unione Europea, preannunciano di non essere in grado di garantire l’acqua potabile neppure il prossimo anno.

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Due domande ne discendono.

La prima: se questi pubblici amministratori non sono capaci neppure di garantire l’approvvigionamento idrico alla popolazione, perche’ pretendono di continuare a governare?

La seconda: ma e’ poi vero che i Comuni non hanno le risorse finanziarie per realizzare i dearsenificatori? No, non e’ vero.

Le risorse finanziarie ci sono, e quei pubblici amministratori che le dichiarano irreperibili mentono sapendo di mentire.

Certo, si tratta di operare sul bilancio dell’ente locale con scelte rigorose e trasparenti. Si tratta di abolire carrozzoni, si tratta di smettere di sperperare i soldi pubblici per iniziative clientelari, si tratta di rinunciare ad opere devastatrici tanto costose quanto inutili e insensate, si tratta di farla finita con la speculazione e i comparaggi; si tratta insomma di stabilire delle priorita’ e dei criteri conformi al pubblico bene, intesi a soddisfare i bisogni primari della popolazione: e l’acqua potabile, cosi’ come l’aria respirabile, e’ un bisogno primario.

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Gli esseri umani hanno vitale bisogno di acqua potabile.

Tutte le pubbliche amministrazioni del viterbese in cui la presenza di arsenico nell’acqua supera i 10 microgrammi per litro devono realizzazione al piu’ presto i dearsenificatori.

Ripetiamolo una volta ancora cio’ che tutte le amministrazioni comunali in cui l’acqua e’ avvelenata devono urgentemente fare:

a) prendere atto della drammatica realta’ e dire finalmente la triste verita’ ai cittadini: ovvero che da anni vengono avvelenati, che l’acqua che ricevono nelle case e per la quale pagano salate bollette e’ semplicemente avvelenata;

b) realizzare subito dearsenificatori alla fonte impegnando per questo fondi del proprio bilancio, salvo successivamente rivalersi sulla Regione Lazio e su altri eventuali soggetti gestionali ed istituzionali inadempienti;

c) e qualora fosse necessario, stante l’urgenza a provvedere ed il palese primario pubblico interesse, e sulla base dei presupposti teste’ enunciati, promuovere anche ad integrazione (ripetiamo: ove necessario) dei costi da sostenere per l’immediata realizzazione dei dearsenificatori una sottoscrizione pubblica coinvolgendo la popolazione (e gli operatori economici e finanziari del territorio, e le altre varie istituzioni, associazioni e fondazioni nel territorio presenti) su base volontaria e con garanzia di adeguati controlli democratici sia sull’uso (e sull’eventuale restituzione qualora se ne dessero le condizioni) degli importi, sia sulla realizzazione delle opere (per evitare sperperi, clientelismo, ruberie, carrozzoni).

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E per dare il buon esempio chi scrive queste righe mette gratuitamente a disposizione le proprie competenze amministrative per una rigorosa e trasparente verifica dei bilanci comunali cosi’ da addivenire all’individuazione delle voci di bilancio su cui operare tagli al fine di trasferire i relativi importi destinandoli alla risoluzione del problema dell’avvelenamento da arsenico realizzando i dearsenificatori.

Cessi la grande menzogna dell’impotenza degli enti locali.

Cessi l’avvelenamento costante e sistematico della popolazione.

Cessi la congiura degli avvelenatori.

 

Peppe Sini, gia’ consigliere comunale e provinciale, responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo

 

Viterbo, 9 giugno 2012

 

Mittente: “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail:nbawac@tin.it , web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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Breve notizia sull’autore

 

Peppe Sini e’ uno degli animatori dell’associazione “Respirare” (promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente) che si occupa da anni della questione dell’arsenico. Responsabile del “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo, gia’ consigliere comunale e provinciale, e’ stato dagli anni ’70 uno dei principali animatori del movimento che si oppone alle servitu’ energetiche e militari nell’Alto Lazio; nel 1979 ha fondato il “Comitato democratico contro l’emarginazione” che ha condotto rilevanti campagne di solidarieta’; ha promosso e presieduto il primo convegno nazionale di studi sulla figura e l’opera di Primo Levi; nel 1987 ha coordinato per l’It
alia la campagna di solidarieta’ con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l’esperienza delle “mongolfiere della pace” con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 e’ stato l’animatore dell’iniziativa che – dopo la tragedia di Genova – ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza; e’ stato dagli anni ’80 il principale animatore dell’attivita’ di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio – e negli anni ’90 ha presieduto la Commissione d’inchiesta ad hoc istituita dal Consiglio Provinciale di Viterbo -; ha ideato e guidato due delle piu’ importanti campagne ambientaliste nell’Alto Lazio: quella contro la realizzazione della devastante Supercassia negli anni ’80-’90, e quella contro la realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo dal 2007; dal 2000 e’ direttore del notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza e’ in cammino”, che ogni giorno diffonde materiali di studio e di riflessione e sostiene e promuove iniziative nonviolente per la pace, l’ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani. Ha ideato e realizzato dal 2002 a Viterbo le commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre il 4 novembre col motto “Ogni vittima ha il volto di Abele” e promosso la campagna a livello nazionale con questa denominazione.

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