Europa 7: Italia condannata, 10 milioni di euro da pagare

da tvblog Pubblicato: 07 giu 2012 da Gabriele Capasso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per coerenza, ed onestà, “qualcuno” dovrebbe staccare un assegno da 10 milioni di euro per risarcire le casse dello Stato molto in fretta. L’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani al pagamento di una multa pari a questa cifra per aver “violato violato il diritto alla libertà d’espressione e d’informazione (articolo 10 della Convenzione) e la tutela della proprietà (articolo 1 del protocollo 1)” nell’ambito del caso di Europa 7.

Come ricorderete nel lontano 1999 l’emittente dell’imprenditore Francesco Di Stefano si vide aggiudicare una frequenza analogica nazionale al posto di Rete 4 che doveva traslocare sul satellite liberando lo spazio per la nuova rete televisiva. Nonostante la lunghissima battaglia legale sono stati necessari più di 10 anni, ed in un contesto completamente diverso, post digitalizzazione, perché Europa 7 potesse ottenere una frequenza (secondo Di Stefano non paragonabile a quella che si era vista assegnata all’epoca) grazie all’ostruzionismo delle autorità italiane.

Nel pronunciamento della Corte si legge a chiare lettere: “Le autorità italiane non hanno rispettato l’obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l’effettivo pluralismo dei media”. Secondo i giudici di Strasburgo era ragionevole attendersi la concessione dello spazio trasmissivo entro un periodo di due anni, il fatto che le autorità abbiano “interferito con i suoi legittimi diritti, con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui, le televisioni che già trasmettevano, potevano mantenere la titolarità di più frequenze” è una chiara violazione e merita di essere sanzionata.

Da cittadini possiamo soltanto tirare un sospiro di sollievo: la richiesta di Europa 7 era quella di un risarcimento da 2 miliardi di euro. Tutto sommato 10 milioni di euro cosa sono al confronto? Poco o nulla, ma sono comunque “soldi nostri”.

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