Arsenico, scontata l’ordinanza di non potabilità dell’acqua

da tuscia media.com

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Molto probabilmente si andrà verso un’ordinanza di non potabilità delle acque. E’ questa la laconica conclusione di Giulio Marini al termine del consiglio comunale viterbese di ieri riservato alla Talete. Sarebbe una decisione per me fastidiosa ma inevitabile.

Citando Carlo Emilio Gadda potremmo dire “un pasticciaccio brutto” quello di Talete, difficile da sbrogliare e, a complicare tutto, la scadenza delle deroghe sui limiti consentiti di arsenico il 31 dicembre prossimo. La Regione, ente preposto a fare questi investimenti, dovrebbe erogare un’ingente somma di denari per realizzare i dearsenificatori, salvo poi reperirne altri 3.8 per completare. Secondo Marini il Patto di Stabilità non lo consentirebbe. Una scommessa persa in partenza visti i tempi ristretti e le finanze disastrate dei Comuni della provincia.

Ieri in Consiglio, presenti per l’occasione anche Marcello Meroi, nella duplice veste di presidente dell’Provincia e dell’Ato e Marco Fedele presidente della Talete, hanno relazionato con una ricostruzione storica puntuale, una panoramica sull’attività dell’Ato, della Provincia e della Regione da cui nascono le cause della situazione di stallo, e non ultime, le difficoltà di Talete. Situazioni pregresse, non affrontate, mai risolte e che oggi ci hanno portato ad una vera e propria emergenza. Certo è che ce le portiamo dietro da anni e che sono forse la causa del rifiuto, sebbene contrario agli obblighi di legge, da parte di 33 comuni su 61 della provincia, ad entrare nella Società di Acqua Pubblica nonostante, alla fondazione, tutti i comuni, a parte Caprarola e Grotte di Castro si erano detti favorevoli.

Anche le “acque” (è il caso di dirlo) dove naviga la Talete non sono proprio tranquille, visto il deficit accumulato per vari motivi. E menomale che gli italiani si sono espressi nettamente a favore con un referendum proprio su questo tema.

Ma quali sono le soluzioni prospettate? Innanzi tutto si cercherà di scongiurare un aumento delle tariffe. Poi, una volta certi che non ci sarà un’altra deroga, rimane solo di sperare in un miracolo. A questo punto arriverà il divieto di consumare acqua per scopi alimentari dal rubinetto di tutti i comuni dove i valori di arsenico supereranno quelli di legge.  Eppure l’assessore regionale Mattei aveva ricordato che le iniziative prese in provincia di Viterbo fino ad oggi sono state interamente coperte dalla giunta Polverini, anche nei Comuni con livelli di arsenico superiori ai 10 microgrammi al litro. Dichiarazioni che l’assessore ha ampiamente ribadito nell’ultima conferenza dei sindaci dell’Ato di Viterbo.

  

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