biblioteca comunale civitacastellana

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di Raniero Pedica

Le attività commerciali che proprio non mancano, nel centro storico di Civita Castellana, sono i bar-caffetteria. Appare quindi incomprensibile la recente novità di “piazzare”, all’interno della biblioteca comunale Enrico Minio di Civita Castellana, due ingombranti distributori automatici di bibite fredde, snack dolci-salati e bevande calde. C’è solo da capire com’è nata questa “brillante idea” e chi, ancora più inspiegabilmente, l’ha resa possibile. Dubito che tutto sia scaturito da una richiesta del personale bibliotecario per proprie esigenze durante l’orario di lavoro o per andare incontro alle richieste dei cittadini. Da sempre, gli addetti, oltre che per cortesia e disponibilità, sono attenti custodi della silenziosa lettura in “intima meditazione”: una prerogativa, questa, irrinunciabile per ogni biblioteca che si rispetti. Per il futuro, insomma, sembra che tutto cambierà. Oltre ai 49mila volumi, tra libri, pubblicazioni e supporti audiovisivi, in quel luogo sarà possibile trovare (senza sprecare tempo in salubri “quattro passi” sino al bar più vicino, ndr) anche bibite calde e fredde, snack, un aromatico caffè e l’irrinunciabile cappuccino con schiuma. Forse, con questa visione distorta di un luogo di cultura, tagliando ovunque un po’ di spazio ai libri, si potranno avere a disposizione anche tramezzini, panini, pizzette e fragranti croissant. Premesso questo con un linguaggio ironico, l’idea di sistemare i distributori automatici è, a mio avviso, un grosso errore cui bisogna porre rimedio subito. Non solo perché durante l’erogazione delle bibite e bevande, si disturba la quiete e la concentrazione di chi è immerso nello studio e nella lettura, ma anche per i rischi, involontari o per sbadataggine, che si possa verificare il rovesciamento di liquidi su libri, stampe e i preziosi volumi della “sezione storia locale” che sono un vero patrimonio formativo della comunità. Qualcuno, spieghi esaurientemente che differenza c’è tra il trillare tenue di un telefonino (rigorosamente vietato, con tanto di appositi cartelli) e una bottiglietta che tonfa a caduta libera nel fondo della macchinetta (consentito). Si poteva pensare, ad esempio, a una sistemazione dei due erogatori all’esterno della biblioteca. Lo spazio è ampio, delimitato da cancelli chiusi fuori dell’orario di apertura al pubblico (utile per impedire atti vandalici) e sicuramente più comodo e meno chiassoso per l’approvvigionamento di bibite, l’assistenza tecnica e la manutenzione ciclica agli erogatori. Insomma, i distributori automatici sono comodi ovunque: negli uffici, scuole, palestre, sale d’attesa di stazioni, metropolitane, studi e aziende. Impensabile e sbagliata, invece, è l’idea di sistemarli, tra fotocopiatrice, novità librarie e testi di studiosi locali, all’interno di una biblioteca da dieci anni insignita del Premio di Qualità dalla Regione Lazio.

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