TEATRO INTEGRATO, A VITERBO C’E’ “RAGAZZI TERRIBILI”

Il 18 e 19 maggio ritorna in scena il laboratorio dell’associazione Eta Beta 

Secondo appuntamento stagionale a Viterbo con il teatro integrato di Eta Beta. Dopo “Moby Dick”, andato in scena il 4 e 5 maggio, è la volta di “Ragazzi terribili”, per la regia di Sandro Nardi, in programma venerdì 18 e sabato 19 maggio (ore 21) all’Auditorium di Santa Maria in Gradi. Il teatro integrato, giunto al sedicesimo anno di attività, è un progetto curato dall’Unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile della Ausl di Viterbo diretta dal dottor Marco Marcelli e realizzato in collaborazione con l’associazione Eta Beta onlus di Viterbo presieduta dall’ex prefetto di Viterbo Aurelio Cozzani e la cooperativa sociale “Gli anni in tasca”. Il gruppo educativo, coordinato da Gianpietro Brizi, è composto dagli educatori Alberto Furlan, Immacolata Belardo, Francesca Loppi, Susi Ostarelli, Paola Maggi, Orlando Meloni e Mara Bitti.

Aiuto regista è Amanda Malia, mentre la scenografia dello spettacolo è stata curata da Marco Pasquini e i costumi da Sara Manenti. I manifesti, invece, sono a cura di Edi grafica-stamperia, attiva presso la Neuropsichiatria Infantile della Ausl. Particolarmente importante per la realizzazione dell’iniziativa la partecipazione del Liceo Mariano Buratti di Viterbo e la disponibilità del Comune di Viterbo e dell’Università della Tuscia. “’Ragazzi terribili’ – spiega il regista Sandro Nardi – è uno spettacolo che vuole stimolare il pubblico a riflettere sui pregiudizi che spesso imprigionano e reprimono il modo di essere e di pensare delle persone, in particolare i giovani, mettendo in discussione una serie di sentimenti comuni spesso perduti o dimenticati. Nonostante i grandi passi fatti dall’educazione alla tolleranza verso la “diversità”, che sia religiosa, culturale o fisica, continuano ad esserci ancora difficoltà tangibili nell’accogliere e comunicare con l’“altro”. 

Da sempre – continua – i giovani cercano di proteggersi dalle difficoltà relazionali chiudendosi in gruppi di appartenenza che si identificano solitamente attraverso la condivisione di un gusto musicale, di un pensiero politico o di una tendenza estetica comune. Nascono dunque i cosiddetti ‘fenomeni giovanili’ che spesso creano anche stili di “Modi & Moda”, come ad esempio gli Emo, i Nerds, i Punk-Rock, e i Goth, oppure – guardando al passato – i Paninari, gli Yuppies, i Figli dei Fiori e i folcloristici Coatti. Spesso questi gruppi di giovani sono visti dalla società “benpensante” (quella società che in realtà stabilisce schemi e preconcetti che mettono in evidenza le diversità e creano disuguaglianze e pregiudizi), come degli esaltati o come un fenomeno che non merita interesse, se non addirittura come una entità minacciosa, e dunque i ragazzi vengono emarginati ancora di più. Eppure basterebbe fermarsi un attimo a parlare con loro per comprendere che in realtà non c’è nulla di cui avere paura”. 

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