Lavitola e l’onore perduto dei socialisti italiani

Lavitola

PDF

Stampa

E-mail

LUNEDÌ 30 APRILE 2012

avanti_60.jpgLavitola e l’onore perduto dei socialisti italiani – La notizia l’avevo saputa e qualcosa mi si era chiarito. Tuttavia…

  

Lavitola e l’onore perduto dei socialisti italiani La notizia l’avevo saputa e qualcosa mi si era chiarito. Tuttavia non pensavo di detenere una sorta di scoop, visto il buio che c’è in giro sulla cosa. Di che si tratta?
Da qualche tempo, le cronache politiche e giudiziarie registrano il nome di Valter Lavitola, legato a questioni grandi e piccole, nazionali ed internazionali, politiche e affaristiche che qui diamo per acquisite. In questi giorni, l’uomo pare intenzionato a vuotare il sacco e si vedrà nei luoghi deputati se e quanto pesa il contenuto di quel sacco.
La prima volta che il nome di Lavitola fu dato in pasto al grosso pubblico, tutti stavano per farsi la manzoniana domanda: Lavitola, chi era costui? Ma non ne ebbero il tempo. Subito dopo la virgola, comparivano apposizioni tipo: “direttore dell’Avanti”, “Editore dell’Avanti”, oppure ex editore o ex direttore. C’è da dire che era davvero un pezzo che l’Avanti non si vedeva più in giro; per cui nessuno stette lì a darsene pena. «Mani pulite» aveva messo i socialisti italiani in una luce tale, che nessuno si stupiva se un direttore del quotidiano ufficiale del Psi fosse implicato in affari poco commendevoli. 
Dicevo di aver saputo già la notizia. Ma nel frattempo di Lavitola non si parlava più tanto. Lui se ne stava buono buono in Centroamerica, dove aveva amici influenti e poteva continuare a fare le «cose sporche», «da solo o con donne», come avrebbe detto un confessore vecchia maniera. 
Ora Lavitola è tornato in Italia, si è fatto prendere e dice di voler parlare. Intanto, prima che lui dicesse alcunché, ecco i media presentare ancora Lavitola come direttore o editore dell’Avanti. Ma c’è ancora l’Avanti? In effetti c’è; ma non è quello che millanta di essere.
Desiderosi di sapere, ma non avendo tempo di visitare archivi od emeroteche, consultiamo Wikipedia, alla voce “L’avanti”: «Disambiguazione
 – Se stai cercando lo storico quotidiano socialista, vedi 
Avanti!.» Come sarebbe a dire? Non sono la stessa cosa? No, cari amici! C’è una “L” e un apostrofo di differenza! Lo storico quotidiano del Partito Socialista Italiano (PSI) si chiamava «Avanti!»; con tanto di punto esclamativo a rafforzare l’esortazione a marciare in direzione del progresso. Il primo numero, diretto da Leonida Bissolati, uscì il 25 dicembre (era Natale anche allora) del 1896. Cessò le pubblicazioni 98 anni dopo, nel 1994, in conseguenza dello sfacelo del partito.
Ed ecco il furbacchione. Non potendo impadronirsi del logo, evidentemente in mano altrui, Valter Lavitola, che comunque del PSI aveva fatto parte, nel 1996 registrò “L’Avanti!”, con l’articolo determinativo, e senza che nessuna autorità intervenisse ad impedire il taroccamento. Cent’anni prima, il direttore del giornale era stato un personaggio rimasto nella storia del movimento operaio. Cent’anni dopo, sulla poltrona del giornale taroccato sedeva Sergio De Gregorio, passato nelle cronache politiche per la disinvoltura nel cambiare schieramento e nelle cronache giudiziarie per l’attenzione dedicatagli da diverse Procure.
Cito da Wikipedia: «
«Il primo numero del quotidiano L’Avanti! esce nel  dicembre  1996. Proprietaria ed editrice è la  cooperativa  giornalistica International press di  Valter Lavitola. Il primo direttore è stato  Sergio De Gregorio, fondatore di  Italiani nel Mondo. Per difficoltà economiche chiude poco dopo.  Il  16 gennaio  2003  riprende le pubblicazioni sotto la direzione dello stesso Lavitola e come foglio (4 pagine) «liberalsocialista» degli ex PSI di  Forza Italia, come  Fabrizio Cicchitto  (che lo ha fortemente voluto),  Paolo Guzzanti, Renato Brunetta, Gianni Baget Bozzo.»  Siccome credo che i lavoratori italiani debbano qualcosa ai grandi pionieri socialisti, Turati, Treves, Modigliani, Bissolati, per non parlar degli altri e a prescindere dalle pieghe torte prese dal movimento operaio nel suo complesso, mi sembra giusto che si restituisca loro l’onore che meritano, evitando di presentare quel mascalzone di Lavitola come avente a che fare con la gloriosa testata che si chiamava “Avanti!”
Non avesse rubato altro, questa per me bastava.
In quanto poi ai quattro succitati, Cicchitto, Guzzanti, Brunetta, Baget Bozzo, una volta ancora aveva ragione Marx, quando diceva che, quando la storia si ripete, la prima volta è come tragedia, la seconda come farsa. Purtroppo per noi, è una farsa che non fa ridere… Carlo Loiodice

 

 

] ]>

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *