BIOGRAFIA DI UNA BOMBA

Contributo fotografico del Capo tec. ch. MACCHI Franco (brev. D.T. bcm n. 238), già capo sezione lavorazioni speciali e bonifica , dal 1987 al 2003, dell’ex Stabilimento Militare Materiali di Difesa NBC di Civitavecchia (RM), oggi denominato Centro Tecnico Logistico Interforze NBC.

DA BIOGRAFIA DI UNA BOMBA

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PREMESSA

La presente documentazione fotografica, frutto di esperienze lavorative maturate e condotte personalmente in ambito della bonifica dei residuati bellici a caricamento speciale,  vuole fornire un ulteriore contributo sull’argomento delle armi chimiche abbandonate .

Viene proposta come ausilio per tutti gli addetti ai lavori e a beneficio di quanti, vuoi per semplice informazione, vuoi per correlate attività lavorative, si trovino ad occuparsi di bonifica del Territorio Nazionale da ordigni residuati bellici carichi con aggressivi chimici di guerra.

Tale documentazione, per evidenti ragioni di sintesi, riporta solo una piccola parte:

–        degli interventi eseguiti;

–        delle tipologie dei residuati italiani e stranieri;

–        delle varie tipologie di aggressivo. 

Foto 1. Tauriano di Spilimbergo – imponente quantitativo di residuati bellici a caricamento speciale abbandonato da eserciti stranieri e rinvenuti nel corso delle attività di bonifica di  un cantiere;

 

a termine dei lavori sono stati censiti e posti in sicurezza n. 33.288  residuati “speciali”

 

Foto 2. Trento – me medesimo durante la misura dello spessore del corpo bomba mediante impiego di  apposita strumentazione

 

Foto 3. Cessalto – bomba austriaca cal. 150 mm, non lanciata, verosimilmente caricata con miscela di       80% clorobenzene + 20% iprite

 

Foto 4. Lago di Caldonazzo (TN), repertazione dei residuati recuperati dal fondale da Ditta bcm specializzata. In primo piano una bombarda austriaca cal. 225 mm a caricamento promiscuo (nella parte posteriore trova alloggiamento un recipiente di oleum (acido solforico)(nebbiogeno)

 

 

Foto 5. Lago di Vico – inertizzazione del materiale incendiario (fosforo) di una bomba da mortaio cal. 81 mm

 

Foto 6. Lago di Vico – bombola di piccola capacità carica al fosgene Dim. 120 x 1000 mm – contenuto gas liquefatto ± 6 litri

 

Foto 7. Lago di Vico – fusto metallico tipo “C” per trasporto di aggressivi chimici – capacità 200 l; si riconoscono ancora le caratteristiche bande colorate dell’iprite
 

 

Foto 8. Lago di Vico – bombe d’aereo italiane C 25P all’iprite,  in alto proietti  “Livens”  inertizzati
 

     

Foto 9. Lago di Vico – bombe d’aereo italiane C 25P caricate con iprite; 
 

 

Foto 10. Civitavecchia – Proietto “Livens” si noti la fuoriuscita dell’aggressivo dalla coda 

 

 

 

Foto 11. Isola di Pellestrina – Proietto tedesco cal. 150 mm a caricamento vescicante (iprite) ritrovato occasionalmente sulla battigia durante lavori di ripascimento

       

Foto 12. Particolare della guarnizione in piombo interposta tra        Foto 13. Particolare del fondello

codolo e bicchiere del proietto tedesco cal. 150 mm  

 

                                       Foto 14. S. Donà di Piave – Bomba italiana cal. 105 mm caricata al fosgene

     

Foto 15.  Civitavecchia – bomba  d’aereo  italiana  tipo                  Foto 16.  Alloggiamento della spoletta   

“Foretta”  caricata con  cloropicrina (irritante-lacrimogeno)

 

Foto 17.  Bombe  d’aereo  italiane  tipo  C 15 P, caricate a difenilcloroarsina, prive di governale        ma tutte dotate di spoletta                            

 

                             Foto18.  Usago – bomba italiana cal. 149 mm tipo monoblocco a codolo, caricata a iprite;

si noti la colorazione gialla dell’ogiva, tipica dei caricamenti speciali italiani dopo la 2ª G.M.

 

Foto19.  Usago – bombe all’iprite cal. 75 mm  italiane, con ogiva gialla e tappi coprispoletta

                                                                               Foto20.  Usago – vista d’insieme delle cal. 149 mm  rinvenute

   

Foto21.  bomba italiana cal. 75 mm  a codolo, a iprite;           Foto22.  Spilimbergo – bombe italiane cal. 75 mm a iprite;

si  noti  la  croce  verde  all’interno del  rettangolo                   si noti il tappo di legno, a protezione del “bocchino”, tipico dei

indicante l’organizzazione interna                                             caricamenti speciali italiani

 

 

 

Foto 23. Monfalcone – operatori specializzati del Ce.T.L.I. NBC di Civitavecchia mentre eseguono la rimozione di numerose bombe “speciali” rinvenute conseguentemente alle attività di dragaggio di una darsena; si noti il particolare abbigliamento protettivo e l’apparato di bonifica pronto per la immediata decontaminazione superficiale

 

 

Foto 24. Monfalcone – formazioni di  iprite che galleggiano sul pelo dell’acqua; a sinistra una bomba italiana cal. 210 mm

 

Foto 25. Monfalcone – diverse bombe all’iprite di vario calibro risutano“scodolate” ;

durante le attività di ricerca, rimozione residuati e bonifica del sito, gli operatori sono stati obbligati (a scopo precauzionale) ad indossare ulteriori indumenti di protezione (stivali da pescatore e paravanti) e sostituire il filtro a carbone attivo ogni 2 ore, per l’elevata concentrazione di aggressivo vescicante presente

 

 

Foto 26. Monfalcone – Operatore  del Ce.T.L.I. NBC di Civitavecchia mentre  esegue  un trattamento  di  rimozione superficiale e bonifica dell’iprite (con cloruro di calce) prima  delle  attività  di  manipolazione, censimento e messa in sicurezza degli ordigni;

al termine dei lavori , durati oltre 20 giorni, si conteranno circa 2.700 residuati italiani a caricamento chimico di varia tipologia e calibro

 

 

Foto 27. Passo Cimabanche – rinvenimento occasionale di un ingente quantitativo di aggressivo solido arsenicale adamsite (starnutatorio-vomitatorio);

 

Foto 28. Passo Cimabanche – sistemazione superficiale dei “pani” di adamsite e successiva chiusura del contenitore ermetico

 

Foto 29. Passo Cimabanche – sistemazione dei “pani” di adamsite prima della chiusura

 

Foto 30. Passo Cimabanche – rimozione manuale dei “pani” di adamsite e successivo stoccaggio in sicurezza del materiale arsenicale all’interno di contenitori ermetici;

a fine lavoro, durato complessivamente 1 mese, sono state rimosse oltre 50 ton. di difenilamminocloroarsina

 

 

Foto 31. Tauriano di Spilimbergo – Vista  d’insieme  di  una parte degli ordigni  a  caricamento  speciale rimossi e  stoccati  per  calibro e nazinalità

 

Foto 32. Tauriano di Spilimbergo – trasporto del contenitore riempito in apposita area attrezzata per la decontaminazione esterna

 

Foto 33. Tauriano di Spilimbergo – Bombe  d’aereo  italiane  tipo  C 40 P (difenicloarsina) insieme  a  razzi  tedeschi  cal. 150 mm (il serbatoio di coda è caricato con iprite)  e  bombe  americane all’iprite  cal. 75 mm

 

 

Foto 34. Ponte Priula – Distruzione definitiva (dopo scaricamento e inertizzazione dell’aggressivo contenuto) di  bomba italiana cal.  149 mm tipo pesante campale,  con organizzazione  interna  a  recipiente

 

Foto 35.  In primo piano – bombe italiane cal.305/17, a diaframma;

 a destra – bombole tedesche di grossa capacità (lungh. ~ 4 m, Ø 250 mm) caricate con fosgene;

                       in fondo – bombole tedesche di piccola capacità (lungh. ~ 1m, Ø 120 mm)  caricate con fosgene.

 

 

 Foto 36.   Tauriano di Spilimbergo – Proietto  italiano  cal. 210 mm, con  organizzazione  a recipiente,  caricato con  aggressivo  soffocante (fosgene)

 

Foto 37.   Civitavecchia  – Radiografia di una bomba italiana cal. 210 mm;

tale indagine non distruttiva evidenzia un’organizzazione  del tipo a  recipiente, la presenza di aggressivo all’interno (verosimilmente asfissiante) e soprattutto l’assenza della spoletta sotto il copriogivetta

 

 

Foto 38.   Comacchio –  porzione di bomba d’aereo tedesca da esercitazione (in cemento) tipo KC 500;

date le condizioni di ritrovamento, appare inverosimile che all’interno di un apposito alloggiamento era ben conservata ed integra una fiala di ~ 280 mm contenente cloridrina solforica (nebbiogeno) 

 

 

 

Foto 39.   Ponte Ronca –  Rarissimo rinvenimento di bomba italiana cal. 105 mm (WW2) con ancora ben evidenti i caratteristici contrassegni/stampigliature originali di caricamento con aggressivo chimico da guerra (croce nera= fenildicloroarsina)

 

 

 

 

Foto 40.   Ponte Ronca –  Rinvenimento e messa allo scoperto di numerosi ordigni “speciali” –  sottoposti ad attività di pulizia superficiale evidenziano i contrassegni di un caricamento alla fenildicloroarsina (croce nera);

al termine delle attività verranno censite e poste in sicurezza oltre 150 bombe italiane tutte da 105 mm

 

 

Foto 41.   Ponte Ronca –  Scotico superficiale e avvicinamento laterale al “segnale”; diverse bombe all’iprite si presentano capovolte e con il codolo parzialmente svitato, si noti  il rilascio di sostanze aggressive

 

 

 

Foto 42.   Ponte Ronca –  Parte del munizionamento “speciale”  rinvenuto; da notare la varietà dei calibri, delle tipologie costruttive e dei numerosi codoli

 

 

Foto 43.   Ponte Ronca –  Inertizzazione “campale” dell’iprite contenuta in alcune granate italiane cal. 105 mm;  si  noti la forte reazione esotermica dell’aggressivo vescicante a contatto con il  prodotto bonificante

 

 

 

 

 

Foto 44.   Rivoli Veronese –  Attività E.O.R e conseguente separazione di residuati a probabile caricamento speciale; si riconoscono bombole, bombe d’aereo, varie tipologie di bombe livens, ecc…

 

 

 

 

Foto 45.   Rivoli Veronese –  Bomba da trincea francese tipo livens da 198 mm caricata con miscela cloropicrina + tetracloruro di titanio (Aquinite)

 

 

 

 

Foto 46.   Rivoli Veronese –  Bombe d’aereo italiane tipo C25P caricate con sostanza vescicante

 

 

 

 

 

Foto 47.   Rivoli Veronese –  Raro rinvenimento di bombola di cloro tedesca dotata di volantino per l’apertura della valvola

 

 

 

 

Foto 48.   Rivoli Veronese –  ingente quantitativo di bombe da mortaio americane da 4.2 inches (106.42 mm)

 

 

 

Foto 49.   Ciriè – Bomba   francese  cal. 75 mm,  lanciata e dotata  di  spoletta doppio effetto (22/31 mod. 1897) in  buono stato  di  conservazione; risulterà caricata con cloridrina solforica (contrassegno O.C.S.) (nebbiogeno)

 

 

 

Foto 50.   Rivoli Veronese –  Bomba americana cal. 75 mm,  caricamento con aggressivo vescicante (iprite); si noti il tipico adattatore esagonale e la porzione di spoletta a percussione P.D. Mk III

 

 

 

Foto 51.   Rivoli veronese – Granate inglesi da 18 pounder (84 mm) risultate caricate al fosforo (WP) (fumogeno-incendiario) e dotate di spoletta a percussione istatanea n. 106 Mk III; si noti il caratteristico tappo di caricamento (in piombo o in acciaio)

 

 

 

Foto 52.   Rivoli veronese – Granata americana cal.155 mm (tipo base emissione) con all’interno n. 6 piccoli serbatoi in lamierino, a sezione troncopiramidale e dotati di tappo avvitato; caricamento accertato fumogeno (tetracloruro di titanio) sigla FM

 

 

 

Foto 53.  Enego – Bomba italiana cal. 75 mm, lanciata e spolettata, con guarnizione di piombo interposta tra codolo e bicchiere; sottoposta ad “apertura”, con tecniche esplosive in basso ordine,  risulterà caricata con cloropicrina(irritante/lacrimogeno) ed evidenzierà un’organizzazione interna di tipo a diaframma saldato

 

 

Foto 54. Attività di “scaricamento” e conseguente inertizzazione chimica di una bombola tedesca di grossa capacità carica con agente chimico tipo soffocante (fosgene);  

 

             

Foto 55. Pesatura preventiva di una bombola “condizionata a – 20°C” di dimensioni: lunghezza= ≈ 4 m, Ø = 240 mm, peso ≈ 300 Kg, peso aggressivo contenuto ≈ 95 Kg.

        

  Foto 56. Razzo tedesco (WW2) cal 150 mm; Sezioni delle varie tipologie di “serbatoio” per aggressivi;

  si noti anche la diversità degli alloggiamenti per le cariche di rottura

 

 

 

 

Foto 57. Tauriano di Spilimbergo – Cumulo eterogeneo di residuati in attesa di selezione ; si riconoscono dei “serbatoi” del razzo tedesco da 150 mm che rilasciano aggressivo vescicante su delle bombe italiane cal. 105 mm “Ansaldo” con il tipico tappo di legno (caratteristico per i caricamenti speciali italiani).

    

Foto 58. Passo Cimabanche – Mine chimiche tedesche (WW2): sul coperchio si evidenziano chiaramente i contrassegni identificativi della tipologia dell’aggressivo:

–  Croce gialla = vescicante;

–  Croce blu = irritante-starnutatorio.

In entrambe le mine, l’agente chimico e’ contenuto in piccole fiale di vetro “annegate” nell’esplosivo;

 

 

Foto 59. Passo Cimabanche – Mine chimiche tedesche (WW2):

Il corpo della mine risulta realizzato in lamierino e sono provviste di un alloggiamento porta innesco protetto da tappo in bachelite. 

Dimensioni: altezza = 35 mm, Ø = 65 mm, peso complessivo ≈ 150 gr.

 

 

Foto 60. La Spezia – Fusti  di tipo  H  ( 300 litri)  per  trasporto e stoccaggio di liquido  nebbiogeno  (cloridrina solforica)

 

 

  

Foto 61.  Monfalcone – Salpamento  di  un  proietto “speciale” italiano  cal. 149  mm  tipo monoblocco recuperato  in  mare  congiuntamente con  sommozzatori  del  nucleo  S.D.A.I.

 

Foto 62. Monfalcone –   Vista  d’insieme  dei  residuati   a  caricamento  speciale  italiani 

di  vari  calibri  e  tipologie   recuperati  dal   fondale;  si riconoscono  cal. 65 mm WP, 75 e

100 mm a codolo vescicanti e cal. 149 mm monoblocco anch’essi vescicanti (alcuni con evidenti perdite dal codolo).

 

 

Foto 63. Monfalcone –  Raro ritrovamento di bomba italiana cal. 100 mm con ancora ben evidenti i contrassegni relativi all’organizzazione interna  

 

Foto 64. Brentonico – Granata mina italiana per obice campale da 149 mm; evidenzia  un recipiente metallico (per liquidi speciali) dotato di tappo di chiusura esagonale.

 

     

Foto 65. Brentonico – Particolare del fondello di una granata mina italiana da 149 mm a liquidi speciali; il tappo di chiusura evidenzia la presenza di un  recipiente metallico dotato di tappo di caricamento rivolto verso il fondello.

 

 

 

 

 

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