”Padre Ernesto Balducci, prete e intellettuale scomodo”

da viterbonews24

>>>>di Americo Mascarucci<<<<

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento del giornalista Americo Mascarucci sulla figura di padre Ernesto Balducci, a venti anni dalla scomparsa. 

VITERBO – Il priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi (noto al grande pubblico soprattutto per le sue frequenti apparizioni al programma L’Infedele di Gad Lerner) ha evidenziato come pochi nel mondo cattolico stiano ricordando Padre Ernesto Balducci a vent’anni dalla morte, avvenuta il 25 aprile del 1992 in seguito ad un incidente stradale.

Ernesto Balducci, sacerdote appartenente all’Ordine degli Scolopi, è stato un importante intellettuale cattolico del Novecento molto discusso per le sue posizioni estremamente progressiste.

Balducci fu stretto collaboratore di Giorgio La Pira nella Firenze degli anni ’50 del secolo scorso dove, con l’aiuto del “Sindaco Santo” e la benedizione dell’Arcivescovo Elia Dalla Costa, organizzò numerose iniziative in favore della pace e del dialogo interculturale, in un’epoca di forti contrapposizioni ideologiche.

Ai tempi del Concilio Vaticano II fu uno dei più convinti sostenitori di una profonda e radicale riforma della Chiesa, spingendo l’acceleratore sul piano delle innovazioni e della rottura con la tradizione. A tal proposito girò l’Italia animando conferenze, partecipando a dibattiti, svolgendo un’intensa attività pubblicistica volta a contrastare le istanze conservatrici che ostacolavano lo sviluppo del Concilio in chiave progressista.

Il Concilio non ebbe gli esiti che Balducci aveva sperato e caldeggiato: si concluse con una faticosa mediazione fra progressisti e conservatori, con un’innovazione nel solco della continuità con la tradizione e con la riconferma della “non negoziabilità” di quei valori ritenuti dai progressisti più accesi incompatibili con la contemporaneità.

Da quel momento Balducci smise di interessarsi del rinnovamento ecclesiale e si dedicò unicamente ai temi della pace, della non violenza e del dialogo fra culture diverse. Su questa scia aprì una stagione di intenso dialogo con il Partito Comunista, un dialogo che sfocerà successivamente in una forte collaborazione anche sul piano politico ed elettorale.

In occasione del referendum abrogativo della legge che istituiva il divorzio, fu un convinto assertore della libertà di coscienza a differenza di David Maria Turoldo e di Carlo Carretto, che si schierarono contro l’abolizione della legge, richiesta a gran voce dalle gerarchie ecclesiastiche e dalla Democrazia Cristiana.

Giorgio La Pira dopo aver tentato ogni strada possibile per scongiurare un referendum che sapeva dividere il mondo cattolico, si allineò invece al volere della Chiesa e aderì al fronte antidivorzista.

Senza dubbio Balducci contribuì in maniera determinante a mettere in discussione le ragioni dell’unità politica dei cattolici intorno alla Dc e per questo fu molto osteggiato. Oggi a distanza di vent’anni dalla morte rimane una figura molto discussa anche se, nonostante le sue forti critiche al mancato rinnovamento della Chiesa, restò sempre all’interno di essa.

Non solo, in più occasioni si adoperò in prima persona per favorire il ritorno nella Chiesa dei “preti del dissenso” colpiti, soprattutto durante il Pontificato di Paolo VI, dalla sospensione a divinis.

Personalmente sono convinto che il Concilio Vaticano II sia stato un evento straordinario, proprio perché ha avuto la capacità di innovare nel solco della tradizione. Per ciò che riguarda la famosa polemica dell’Isolotto sorta a Firenze alla fine degli anni ’60, sono convinto che l’Arcivescovo Ermenegildo Florit avesse tutte le ragioni del mondo per rimuovere don Enzo Mazzi dalla parrocchia, e che avesse torto Balducci nel difendere il prete dissidente.

Allo stesso modo però ritengo che abbia fatto bene il Cardinale Silvano Piovanelli (successore di Florit) per il tramite dello stesso Balducci a ricercare la pacificazione con i dissidenti dell’Isolotto (riuscita solo in parte), con la certezza che la grandezza della Chiesa stia soprattutto nella sua capacità di comprendere, perdonare ed accogliere.

Padre Balducci resta una delle migliori risorse intellettuali della cultura cattolica del secolo scorso, pur nella non condivisione di alcune sue posizioni. Una convinzione che ho anche maturato leggendo la sua biografia di San Francesco d’Assisi. Una biografia tesa ad esaltare l’attualità del messaggio francescano nell’epoca contemporanea come risposta al bisogno di pace fra gli uomini, di ecumenismo, di integrazione interculturale ed interreligiosa, di difesa dell’ambiente e dei diritti umani.

Di tutte le biografie sulla vita di San Francesco credo che quella di Padre Ernesto Balducci resti straordinariamente attuale.

Americo Mascarucci

 

28/04/2012 – 07:54

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