Dopo le analisi alle acque: «È allarme per l’arsenico»

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AMIATA. «I cittadini che pagano in salute e in bolletta l’arsenico nell’acqua, cosa vogliono fare? E i nostri amministratori, dai comuni alla regione, cosa stanno facendo?» Il comitato amiatino Sos…

 

AMIATA. «I cittadini che pagano in salute e in bolletta l’arsenico nell’acqua, cosa vogliono fare? E i nostri amministratori, dai comuni alla regione, cosa stanno facendo?» Il comitato amiatino Sos geotermia fa analizzare le acque del monte Amiata dal laboratorio studio ambiente di Grosseto per verificare la presenza di arsenico e mercurio nell’acqua. Il limite di legge è 10 microgrammi al litro per l’arsenico e 1 microgrammo per il mercurio, ricordano quelli del comitato, che sottolineano anche come «le acque di rubinetto e delle fontane pubbliche, laddove sforano il valore 10, vengono filtrate e miscelate affinché rientrino nel parametro di legge. Infatti – spiegano – l’acqua della cascata di Arcidosso – sorgente – ha un valore di 11,1 mentre poi le acque delle utenze di Arcidosso sono tutte sotto il valore 10». Colpisce subito, nei rilevamenti, la bassa percentuale di arsenico nelle acque di Abbadia San Salvatore a confronto di quelle di Arcidosso e Casteldelpiano: nelle acque del rubinetto di Abbadia, infatti, si va da 0,5 a 1,9. Quantità irrisoria di arsenico, dunque, come irrisoria è quella di mercurio. Per il comune di Arcidosso e Santa Fiora, praticamente assente l’arsenico nelle sorgenti dei poderi di monte Labbro, dove si segna addirittura una quantità inferiore allo 0,2 in due casi e uno 0,55 nel terzo podere. Nettamente inferiori alla soglia del 10 quasi tutte le acque di fonti pubbliche o rubinetti privati a Arcidosso e Castel Del Piano: 5,7 in località Corniolo, 4,6 e 3,7 a Montelaterone; per Casteldelpiano si va dal 5,7 di Capovelli al 5,9 al Fattorone, all’8,3 di Fonte Murata, fino all’8,7 di Piazza Garibaldi. A la Vena di Monticello, l’arsenico supera di poco il 3, batte il 7,9 a Piancastagnaio, mentre oscilla fra 9,6 e 8,5 a Seggiano. Due i casi in cui si supera il fatidico 10: le Cellane di Castel del Piano che fa segnare l’11,7 e la cascata dei Bagnoli di Arcidosso con l’11,1 (ma essendo, poi, miscelata, l’acqua dei rubinetti arriva sotto i 10 come per legge). Per ciò che riguarda il mercurio non vi sono casi di sforamento. «Il limite ammesso dalla legge, oggi, è di 10 microgrammi per litro e per anni in molte zone d’Italia – compreso l’Amiata- si è bevuta acqua con valori ben superiori grazie alle deroghe – incalza il comitato – chieste ed ottenute in sede europea con l’impegno che si procedesse ad eliminarne le cause, cosa che non è stata fatta. Oggi, perlomeno, non è più possibile superare quella soglia (che, ricordiamo, è una soglia di compromesso) tant’è che sull’Amiata si è ricorso alla miscelazione delle acque e/o alla realizzazione di costosi filtri (ovviamente a carico dei cittadini sulle bollette), ma queste sono soluzioni tampone che a medio/lungo termine non saranno più sufficienti». Per questa ragione il comitato chiede interventi degli amministratori. (f.b.)

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25 aprile 2012
 

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