Arsenico nel cibo: mancano le regole

da altroconsumo

10 aprile 2012

Arsenico nel cibo: mancano le regole

I metalli pesanti sono una presenza sgradita nel nostro cibo. E per questo sono regolamentati da leggi severe che ne stabiliscono il quantitativo massimo consentito. Ma nessuna norma è stata ancora varata sull’arsenico, sebbene si trovi in molti cibi comuni.

Metalli come l’arsenico, il cadmio, il piombo e il mercurio sono sostanze che vorremmo evitare. La loro fama, infatti, non è delle migliori, perché sono tossici per l’uomo e minacciano l’ambiente, ma, poiché sono presenti nel terreno, nell’acqua e nell’atmosfera a causa dell’inquinamento provocato dalle attività umane come l’agricoltura, l’industria, la mobilità su gomma (auto, camion…), sono molto vicini a noi e possono trovarsi, in piccolissime dosi, nei prodotti alimentari che mangiamo quotidianamente. Il loro accumulo nell’organismo può produrre effetti nocivi sulla salute.

I nostri controlli 
Per monitorare la situazione italiana, periodicamente controlliamo la presenza di metalli pesanti in alcuni campioni di alimenti, scelti tra quelli maggiormente problematici. Questa volta abbiamo cercato l’arsenico, il solo a non avere ancora limiti di legge. A essere maggiormente contaminati da arsenico sono i frutti di mare, in particolare i mitili, come cozze e vongole, che si nutrono “per filtrazione” dell’acqua. Seguono i pesci pescati in mare aperto e quelli di allevamento. Sono invece risultati completamente puliti il riso e i prodotti derivati da questo cereale e il pangasio, un pesce di fiume allevato in Vietnam che è stato spesso chiamato in causa per questo motivo. Ricordiamo che a partire dal contenuto di arsenico totale, riscontrato in laboratorio, abbiamo stimato la quantità di arsenico inorganico (quello tossico) potenzialmente presente nei nostri campioni. Infine, abbiamo confrontato questo dato con la dose giornaliera massima accettabile stabilita da Contam, il gruppo di scienziati che si occupa di contaminanti per conto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare, per un adulto (70 kg di peso) e un bambino di otto anni (25 kg di peso).

 

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