La riforma dell’articolo 18 all’interno della riforma del lavoroviene sbandierata dal Governo Monti come una riforma storica. Sarà davvero così? Basta una legge a risolvere i problemi della crescita economica? Oppure basta affidarsi ai giudici per risolvere una controversia (possibile) tra lavoratore e imprenditore sui cosiddetti licenziamenti economici ove fossere infondati, con conseguente indennizzo economico o reintegro del lavoratore?
La riforma dell’articolo 18 è passata da tabù a totem, da problema del quale non parlare e da non affrontare a risoluzione e panacea dei problemi che viviamo con la crisi economica ancora nel vivo. La riforma dell’articolo 18 più volte tentata negli ultimi dieci – quindici anni ora giunge ad un punto di svolta, storica, stando alle parole di Elsa Fornero e Mario Monti che ieri l’hanno presentata alla stampa.
Ma l’articolo 18 basterà a dare una svolta alla fase 2 che tutti ci aspettiamo e che sopo il Decreto Salva Italia dovrebbe dare vitalità al nostro sistema economico? Non basta la riforma dell’articolo 18, non è sufficiente a ridare la spinta che serve in questo momento al sistema delle imprese italiane. Da questoGoverno ci aspettiamo di più: i temi sul tappeto sono ben altri. Un sistema burocratico troppo pesante, una spesa pubblica ancora alta, sprechi che sussistono ancora sotto il manto della vita politica e istituzionale a tutti i livelli, costo dell’energia elevato, economia in nero ed evasione fiscale elevatissima, ma soprattutto una visione del futuro che in questo momento si fatica a vedere.
L’articolo 18 non è stato la causa per la quale le aziende straniere sono scappate via dall’Italia e non sarà il motivo che le spingerà a tornare. La fase due, caro Monti, non è ancora iniziata. (michele guerriero)
05.04.2012