Aperta una delle tombe scoperte a Montalto

A fine aprile gli archeologi entreranno nella sepoltura della Sfinge
 

VITERBO – Aperta una delle oltre quaranta sepolture scoperte lo scorso 4 gennaio a Montalto di Castro in località Due Pini, un’area destinata a ospitare insediamenti industriali.

Dalla tomba a camera, risalente alla seconda metà del VII secolo a.C., è stata rimossa la pesante porta (un blocco monolitico di ignimbrite) e adesso toccherà agli archeologi analizzare tutti i reperti che verranno trovati al suo interno.

Nella stessa necropoli sono state individuate fino ad oggi oltre quaranta tombe, la maggior parte delle quali risalgono alla fine del VII secolo. In una di queste l’ingresso alla camera funeraria è di particolare interesse in quanto costituito da due colonne alle quali sono state incastonati alcuni blocchi sovrapposti. Una forma architettonica che ricorda alcuni antichi monumenti mediorientali.

I lavori sono diretti dalla Soprintendenza ai Beni archeologici dell’Etruria meridionale e svolti dai tecnici della Mastarna con la collaborazione della cooperativa Archeologia di Firenze e della scuola di restauro dell’Accademia di Belle arti di Viterbo.

Intanto cresce l’attesa per l’apertura della Tomba della Sfinge, alla necropoli dell’Osteria, nel parco archeologico e naturalistico di Vulci, prevista per la fine d’aprile. La scoperta era avvenuta il 28 dicembre del 2011 nell’area della necropoli etrusca dell’Osteria a Vulci, nel comprensorio di Montalto di Castro. Da un primo scavo superficiale erano emersi alcuni vasi etruschi dipinti e quasi intatti ma la scoperta più importante era stata quella di una sfinge, raffigurante un felino con le ali e il volto di donna, risalente probabilmente al 550 a.C.

Il dromos, un lungo corridoio che portava verso l’ingresso di tombe a cupola costruite dall’epoca micenea in poi, è lungo 27 metri e sarebbe il secondo, per lunghezza, dopo la più famosa Tomba François (30 metri) scoperta nel 1857 dall’archeologo Alessandro François da cui prese il nome.

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