ARSENICO, L’EMERGENZA CONTINUA. PER TUTTO IL 2012 I COMUNI DEL LAZIO POTRANNO DISTRIBUIRE ACQUA CON CONCENTRAZIONI SUPERIORI AI 10 MICROGRAMMI/LITRO

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di V. S.

Ancora dieci mesi, poi le concentrazioni di arsenico nell’acqua dovranno scendere sotto il limite imposto dalla Commissione Europea e fissato a 10 microgrammi per litro. Recependo la proroga concessa dalla UE che pone il 31 dicembre prossimo come ultimo giorno in cui sarà possibile per i comuni agire in deroga ai parametri imposti, il Consiglio dei Ministri riunito lunedì sera a Roma ha infatti deciso di estendere per tutto il 2012 lo stato di emergenza in quei comuni del Lazio dove sono state riscontrate concentrazioni di arsenico nelle acque di gran lunga superiori al tetto europeo. Un provvedimento, si sono giustificati dal governo, resosi necessario «per garantire il completamento degli interventi di potabilizzazione di carattere straordinario e urgente» oltre che per «salvaguardare da possibili gravi rischi a interessi pubblici primari quali la salute e l’igiene pubblica». Tanti i comuni del Lazio ancora in piena emergenza arsenico nonostante i ripetuti richiami dell’Europa. In tutto sono 83 gli enti della regione che dovranno correggere il tiro prima della fine dell’anno: 8 di questi solo nella provincia di Latina. Per un bacino d’utenza stimato, per le province di Roma e Latina, in circa 470.000 cittadini. Oltre al capoluogo, quindi, dovranno lavorare per rendere l’acqua pubblica in linea con i parametri europei anche i Comuni di Aprilia, Cisterna, Cori, Sermoneta, Sezze, Pontinia e Sabaudia. La richiesta di proroga, partita dalla Regione Lazio, spinge tuttavia l’assessore regionale all’Ambiente Marco Mattei ad un cauto ottimismo riguardo la possibilità che tutti i comuni riescano a rientrare nei parametri entro la fine dell’anno in corso. «Prorogando il commissariamento sarà possibile rientrare nei limiti previsti dalla UE entro il 31 dicembre del 2012», ma restano alcune zone d’ombra nel piano di rientro dall’emergenza predisposto dalla governatrice del Lazio Renata Polverini nominata dal governo commissario straordinario. Dunque, nonostante la proroga sarà molto il lavoro che tanto gli enti, quanto la società che si occupa della gestione del servizio idrico (Acqualatina S.p.A.) dovranno mettere in campo per rientrare nei limiti ferrei imposti dall’Europa. Del resto è da troppo tempo che in terra pontina e in molte altre realtà della regione si agisce in deroga a questi parametri (fissati per l’arsenico a 10 microgrammi per litro). Stabiliti, è bene ricordarlo, non sulla base di calcoli astratti, ma su quanto un organismo umano è in grado di sopportare l’assunzione di queste sostanze. Ecco perché non si può più tollerare una gestione fondata sul principio delle deroghe.

 

IL CASO: DEPURAZIONE, LA BEFFA DELLE SOMME NON DOVUTE

 

La società Acqualatina avrebbe dovuto restituire le somme indebitamente riscosse per la depurazione in zone non servite. E invece, nonostante le promesse, non c’è stato ancora alcun rimborso. Così il Codici, che aveva sollevato per primo il problema, torna alla carica. «Nonostante siano trascorsi tre anni dalla sentenza della Corte Costituzionale – scrive il Comitato in una nota – non sono state nemmeno definite le cifre da restituire ad ogni singolo utente, adducendo come motivazione ai ritardi la mancanza di un termine prefissato dalla sentenza. E poi non si tratta solo di ritardi ma anche inesattezze, perché Acqualatina sta autodeterminando i metodi di calcolo delle somme – commenta Luigi Gabriele, delegato ai rapporti istituzionali del Codici –. Viste le inadempienze abbiamo recentemente notificato un ricorso al TAR affinché l’Ato definisca le cifre da restituire. Stiamo, inoltre chiedendo la restituzione della quota capitale. Le segnalazioni che arrivano ai nostri uffici sono numerose. Una delle ultime, giunte allo sportello al cittadino di Priverno, è di un utente che non compare nell’elenco degli aventi diritto alla restituzione delle somme versate, pur vivendo nel condominio di un consumatore che, al contrario, risulta idoneo ad ottenere il rimborso».

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