“RISCHIO ARSENICO: DANNO MORALE ED ESISTENZIALE” – Tar Lazio 663/2012 – NS

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1. T.A.R. Roma Lazio, sez. II, 20 gennaio 2012, n. 663, pres. Pugliese, est. Sestini, ha accolto una domanda promossa da numerosi utenti del servizio idrico nei confronti del Ministero della salute, del Ministero dell’ambiente, delle Regioni, e Provincie autonome, di risarcimento dei danni subiti dai ricorrenti, in qualità di utenti del servizio idrico, in quanto esposti alla distribuzione di acqua destinata al consumo umano ma priva dei necessari requisiti posti a tutela della salute umana. I cittadini, per due settimane, sono stati tenuti all’oscuro dei pericoli legati al consumo di acque contaminate, in particolare del rischio sanitario di determinate concentrazioni di arsenico nell’acqua destinata al consumo umano. L’Amministrazione ha indebitamente ritardato l’adozione delle necessarie misure conoscitive, limitative ed interdittive chieste dalla Commissione europea.

2. Secondo il Collegio, il fatto illecito costituito dall’esposizione degli utenti del servizio idrico ricorrenti ad un fattore di rischio (costitutito dalla presenza di arsenico nell’acqua erogata in percentuali superiori a 20 ug/l) ha determinato “un danno non patrimoniale complessivamente risarcibile, a titolo di danno biologico, morale ed esistenziale, per l’aumento di probabilità di contrarre gravi infermità in futuro e per lo stress psico-fisico e l’alterazione delle abitudini di vita personali e familiari conseguenti alla ritardata ed incompleta informazione del rischio sanitario”.

Il Collegio ha determinato il danno rapportandolo in via equitativa agli importi tariffari indebitamente corrisposti per usufruire di un servizio privo dei necessari presupposti di legge, stimati in una media di complessivi 100 Euro per ciascun ricorrente.

 

 

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