Acqua all’arsenico, la bolletta va ridotta

giovedì 8 marzo 2012

Fonte: Il Caffè

di Francesco Buda

 
Il Garante del servizio idrico ribadisce: gli ‘arsenizzati’ devono avere tariffe più basse e stop al 7% di guadagno fisso ai gestoriAcqua all’arsenico, la bolletta va ridotta«Nessuna risposta dai presidenti delle Province di Roma e Latina, continuerò a chiederglielo»Al dicembre 2010 erano oltre 450mila i sudditi di Acea Ato 2 e Acqualatina ancora senz’acqua davvero potabile e senza le obbligatorie informazioni, dopo anni e anni di deroghe, proroghe, annunci, omertà. L’obbligo di portare l’arsenico entro i 10 microgrammi per litro era scattao nel 2003, in applicazione di una direttiva europea del 1998… Oggi buona parte di quella popolazione ha ancora questo problema. Ed anche dove hanno messo i dearsenizzatori, comunque per il passato gli utenti sono stati costretti a pagare come se avessero avuto un servizio di qualità piena con acqua salubre. Stesso trucchetto per fogne e depurazione: li fanno pagare anche a chi non li danno. Nonostante la Corte costituzionale abbia detto che questa furbata è contraria a i princìpi fondamentali dello Stato. A gennaio il Tribunale amministrativo regionale ha riconosciuto l’ingiustizia e l’assurdità di far pagare a prezzo pieno l’acqua all’arsenico, perché fa male alla salute, stabilendo un simbolico rimborso per gli oltre 2.000 utenti che avevano fatto ricorso.Ma va abbassata la tariffa. Ne è convinto e lo ribadisce l’avvocato Raffaele Di Stefano, Garante regionale del servizio idrico integrato. Con i consumatori ha evidenziato questa “truffa”, sollecitando sconti in bolletta per chi riceve acqua contaminata da valori di arsenico fuorilegge.«Questa è la posizione del Garante: noi riteniamo che, trattandosi di un servizio pubblico che viene dato dietro corrispettivo, la qualità è elemento essenziale e concorre alla determinazione del prezzo e quindi lì dove esistono delle violazioni di norma collegate alle ordinanze ossia di dove viene servita che non è utile per l’uso completo potabile e alimentare e viene vietata, a nostro avviso va pagata meno… ma noi non abbiamo poteri di intervento diretto, però abbiamo fatto presente la vicenda e continueremo a fare pressione sull’Autorità d’Ambito perché prendano in seria considerazione le determinazioni relative per una riduzione delle bollette».Cioè continuerete a chiedere agli Ato, le autorità provinciali in materia idrica, quindi ai Presidenti di Provincia, di ridurre la bolletta ai cittadini “arsenizzati”?«Esatto, ai cittadini che hanno un servizio di acqua che non è adeguato a quello che è prescritto dalla normativa».Ed hanno risposto a quella determinazione che lei coi consumatori aveva fatto a tale scopo?«Nessun Ato ha risposto. La determinazione delle bollette è fatta dall’Autorità d’Ambito».Lei che idea si è fatto: le abbassano o no queste bollette i signori che hanno il potere di farlo?«Hanno un serio problema, che si è aggravato col famoso 7% di cui al referendum di giugno 2011 (il guadagno fisso garantito ai gestori e caricato in bolletta anche se gestiscono pessimamente, ndr): lì anche abbiamo chiesto che venisse immediatamente disapplicato perché abrogato… e c’è una resistenza diffusa perché esistono problemi, perché le somme che vengono determinate in tariffa sono legate ai piani d’investimento e queste riduzioni comporterebbero delle modifiche dei piani di investimento. Quindi è una battaglia tutta in salita. Su questo, l’elemento positivo è che noi abbiamo avvertito le Autorità d’Ambito che l’intervento delle class action già sta dando delle risposte».Resistenza da parte di chi?«Da parte di tutti: da parte delle società, da parte delle Autorità d’Ambito».Il Roan, Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza, ha trovato oltre il 70% dei depuratori non a norma nel Lazio e secondo l’indagine Istat del 2009, presa a riferimento dal Ministero dello Sviluppo economico per gli interventi, ancora il 36,6% degli abitanti nel Lazio non è servito dai depuratori.«È un problema che ho posto e trattato nella mia Relazione e stiamo valutando anche elementi di specifica contestazione per quanto riguarda il ritardo nella depurazione».L’assessore Mattei abbandona l’iniziativa del suo predecessoreAddio indagini regionali sui gestoriL’assessorato regionale all’ambiente nel 2007 ha avviato una indagine sulla gestione di Acqualatina. Risultato: ben 27 punti contestati, che «evidenziano – spiegò l’allora Assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti – l’esistenza di violazioni di legge di tale rilevanza da rendere opportuno l’intervento della Regione, affinché venga garantito il ripristino delle legittime condizioni di esercizio del servizio idrico nell’ATO4 a garanzia e tutela dell’utenza». Lo stesso Zaratti poi annunciò che avrebbe esteso l’indagine anche ad Acea. Ma non se ne fece più nulla. Ed oggi? «I nostri tecnici non mi hanno segnalato situazioni di criticità tali da dover passare a una fase successiva di tipo sanzionatorio di verifica eccetera – afferma il successore di Zaratti, Marco Mattei -. Io credo che non sia possibile analizzare una questione in 27 punti, io credo che quella sia una situazione che, se non ha prodotto né nella vecchia amministrazione né oggi risultati tali da richiedere attività sanzionatorie, debba essere in ogni caso completata e chiusa. Il mio indirizzo è non tenere situazioni pendenti, che lasciano magari pensare cose che non esistono, e invece affrontare i problemi puntuali uno ad uno». Quindi non estenderete l’indagine anche ad Acea come aveva anticipato Zaratti? «Io non credo alle attività investigative di enti che non hanno tale facoltà: la Regione fa attività di indirizzo e controllo e nell’attività di controllo non solo l’abbiamo già esteso il controllo, ma stiamo controllando puntualmente tutti gli atti. Questo non significa che si aprono inchieste, perché le inchieste le fa la magistratura e le fanno gli enti competenti. Noi facciamo attività di controllo e lo stiamo facendo su Acea Ato2 in maniera molto serrata per vedere se ci sono situazioni che vanno sistemate, ma sempre nell’ottica di soluzioni di tipo amministrativo».

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