Parroncini: “Dalla Regione dearsenificatori solo per pochi Comuni. E gli altri?”

da la cittaeu 

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Martedì 06 Marzo 2012 14:54
 
 
Interrogazione del consigliere regionale del Pd

“L’acqua senza arsenico sarà solo per alcuni Comuni. E gli altri che devono fare?”. Il consigliere regionale del Pd, Giuseppe Parroncini, lo chiede al presidente della Regione Lazio Renata Polverini e all’assessore all’Ambiente Marco Mattei, attraverso una specifica interrogazione.

 

“Il Governo – dice Parroncini – ha prorogato il periodo commissariale per l’emergenza arsenico, reiterando l’incarico alla Polverini. Ma il 31 dicembre scadranno anche le deroghe dell’Ue relative alla gestione dell’emergenza, migliaia di cittadini rischiano dunque di trovarsi senza acqua, se il problema non sarà risolto in maniera strutturale. E per tutti”.

 

Ad oggi infatti sembrano tagliati fuori in centinaia di migliaia. “L’assessore Mattei – continua Parroncini – si è impegnato per l’installazione di circa 27 potabilizzatori ma solo in 15 Comuni. Verranno infatti installati in quelli dove la concentrazione di arsenico supera i 20 microgrammi per litro, mentre risultano esclusi tutti quelli in cui la soglia oscilla tra 10 e 20. Il 1 gennaio 2013 però il limite fissato dall’Ue sarà di 10 microgrammi e tutti devono essere a norma. E anche dove è prevista la realizzazione dell’impianto non si conosce lo stato delle procedure e i tempi, perché la Regione invece di dare le risorse ai Comuni ha accentrato tutto. Dunque anche qui si rischia”.

Ecco i motivi della preoccupazione. “Il termine ultimo per risolvere il problema – conclude Parroncini – si avvicina pericolosamente, ma purtroppo non si sa come si intenda fronteggiare l’emergenza in troppe zone: dove la concentrazione è tra 10 e 20 microgrammi nessuna misura risulta essere stata assunta. E le fontanelle con acqua dearsenificata spesso non funzionano. La Regione deve essere chiara e spiegare senza possibilità di fraintendimento la strategia, ammesso che esista, per evitare quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza sociale”.

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