Inchiesta Asl – Fondi dell’Isa Spa al Pd E Angelucci finanziava candidati di An

www.viterbonews24.it
VITERBO – Nel bilancio del Pd viterbese i soldi dei fornitori della Asl, nel periodo in cui regnava Giuseppe Aloisio, ci sono finiti eccome. A versarli in modo formalmente ineccepibile e altrettanto regolarmente rendicontati fu Alfredo Moscaroli, “dominus” della Isa Spa, la società che ricevette da Aloisio, con una procedura che i pubblici ministeri Fabrizio Tucci e Stefano D’Arma definiscono illegale, un appalto da 691mila euro l’anno per 3 anni. Appalto che era il prolungamento di un precedente incarico altrettanto corposo. Ne hanno preso nota i pm che hanno acquisito controllato e “memorizzato” il bilancio in questione.

Se non avessero avuto a disposizione alcun elemento in grado di suffragare la loro ipotesi, i pm non avrebbe scritto, come invece ha fatto, che alcuni degli indagati, per la precisione due, lo stesso Moscaroli e Tomaso Rossi,  legale rappresentante dell’Italbyte, avrebbero garantito ad Aloisio appoggi politici, doni e finanziamenti al suo “partito di riferimento”.

Per saperne di più basta attendere la discussione dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Presumibilmente entro un paio di mesi. E’ infatti noto e logico che i pm, nell’avviso di conclusione delle indagini, forniscono solo una panoramica sommaria degli elementi in loro possesso. Rimangono, per così dire, a ‘’carte coperte’’. Circostanze ben più corpose, invece, sono contenute nelle decine di migliaia di documenti consegnati su cd rom ai difensori degli indagati. Lì ci sono verbali d’intercettazioni telefoniche, analisi dei bilanci, fatture, riscontri oggettivi e anche qualche confessione.

C’è inoltre una variabile di cui tener conto: i pubblici ministeri potrebbero aver scritto ‘’partito di riferimento” di Aloisio intendendo con questo che oltre al Pd i finanziamenti potrebbero essere stati concessi a singoli candidati del medesimo partito in occasioni delle campagne elettorali. I resoconti economici di queste ultime, infatti, non hanno alcuna relazione con il bilancio del Pd come di ogni altra organizzazione politica. Sono una cosa a sé e la responsabilità legale ricade esclusivamente sul cosiddetto committente responsabile della campagna elettorale. Anche in questo caso la legge impone l’obbligo di registrazione sia nel bilancio del finanziatore che nel resoconto del finanziato. Ma è noto che sono pochissimi, in Italia, a rispettare tale obbligo.

E a destra non sono da meno. E’ noto, ad esempio, che Roberto Angelucci, comproprietario con il figlio Fabio della casa di cura Nuova Santa Teresa di Viterbo e del Cra di Nepi, per il quale la procura aveva richiesto l’arresto, concesse un cospicuo contributo a un ex senatore di An con la barba (e non si tratta di Ferdinando Signorelli). E che avrebbe “soccorso” un candidato consigliere regionale Pdl. Anche in questo caso le elargizioni sarebbero state regolarmente registrate e rendicontate. Quindi legali.

Ma c’è un ma di cui tener conto: quanto è opportuno che un partito politico venga finanziato da un fornitore della pubblica amministrazione? Perché, nel caso dell’ex senatore di An con la barba (da non confondersi con Ferdinando Signorelli), il proprietario di strutture sanitarie sedicenti private, le cui fortune sono legate agli accreditamenti ottenuti dalla Regione Lazio sente un impellente bisogno di finanziare la sua personale campagna elettorale? C’entra qualcosa il fatto che quel politico era contemporaneamente anche il responsabile provinciale del partito dell’allora presidente della Regione Lazio Francesco Storace? E perché lo stesso Storace si recò in visita “pastorale”, accompagnato dalla senatrice Laura Alegrini, nella struttura privata di cui è titolare il finanziatore, il quale aveva un bisogno, questo sì impellente, di ottenere l’accreditamento di altri posti letto? Ah, saperlo!

 
23/02/2012 – 19:38

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *