Il gioco rischioso del ministro Fornero di Silvano Miniati – Troppi gli strappi della Fornero

www.avantidelladomenica.it
N.7 del 26 febbraio 2012

martedì 21 febbraio 2012

Silvano Miniati*

Non avendo alcun dubbio sulla volontà riformatrice di Elsa Fornero e dell’intero governo Monti, dovrei dedurne che la mancanza di esperienza, unita ad una buona dose di presunzione, giochino spesso dei brutti scherzi.
Come spiegarsi altrimenti che, nel bel mezzo di un confronto molto difficile sul mercato del lavoro, mentre tutti quanti, dal presidente Napolitano a Bersani fino allo stesso Monti, fanno ogni sforzo per creare un clima favorevole ad una soluzione accettabile per tutti, la ministro Fornero tiri fuori la proposta di abolire la cassa integrazione straordinaria scatenando un vero e proprio pandemonio?
Si tratta, credo che nessuno in buona fede possa negarlo, di un petardo lanciato sul tavolo della trattativa, oltre che di un grande favore a quella parte del sindacato che rema chiaramente sia contro l’ipotesi di accordo sia contro il possibile consolidamento del rinnovato rapporto tra Cgil, Cisl e Uil.
Non trattandosi della prima uscita provocatoria della Fornero, viene da chiedersi se si tratti di episodi, comunque sgradevoli, o di una vera e propria strategia mirante a provocare il sindacato per metterlo progressivamente fuori gioco.
Se così fosse, dovremmo desumerne che la Fornero, certo con più credibilità e, quindi, con maggiori possibilità di “far male”, prosegua la strategia di Sacconi, tesa a dividere il sindacato tra buoni (il sindacato democratico) e cattivi (la Cgil). Probabilmente, l’attuale Ministro pensa comunque di mettere il sindacato fuori gioco o in condizione di interessarsi solo di qualifiche e contratti, ritenendo con ciò di fare gli interessi dell’Italia.
Credo che Monti, l’intero governo e, al limite, anche il Presidente della Repubblica che ne è il garante dovrebbero fare chiarezza.
Il movimento sindacale italiano non vive certamente una stagione felice. Il malcontento tra i lavoratori è fortissimo e se i lavoratori e i pensionati non si comportano come i camionisti e le altre lobby lo si deve anche al senso di responsabilità del sindacato.
Non è davvero accettabile, tuttavia, che il senso di responsabilità di chi rappresenta oltre dieci milioni di lavoratori e pensionati sia messo continuamente alla prova delle quotidiane provocazioni di chi ci governa.
Anziché andare ogni giorno alla ricerca di piccole e grandi provocazioni, la responsabile del Welfare dovrebbe cercare di portare a compimento il lavoro avviato e farlo a vantaggio di tutti.
Tutti sappiamo che avremo il regime contributivo, ma non sappiamo, ad esempio, cosa succederà davvero ai parlamentari e ai consiglieri regionali, ai militari e, tanto per non parlare di caste, ai giornalisti.
Che fine faranno coloro che, con l’innalzamento esagerato e non graduale dell’età pensionabile, hanno davanti a loro anni senza lavoro e senza pensione?
Come reggerà una eventuale causa che chieda di riparare alla operazione stabilita per la scala mobile sulle pensioni?
Come è possibile che chi supera la soglia stabilita anche di un solo euro perda tutta la rivalutazione e venga superato come reddito da chi sta dietro?
Visto che si parla di Welfare, a nessuno viene in mente di guardare dentro quel quinto circa di trattamenti di invalidità che vengono aboliti in un sol colpo da commissioni mediche provinciali, che magari ricevono i cittadini in piedi per cinque minuti, li dichiarano sani o comunque non degni di avere l’assegno?
Non tutti assomigliano alla falsa non vedente di Ferrara ripresa mentre guarda le vetrine.
Si formi una commissione con medici, psicologi e assistenti sociali per dare vita ad una unità di valutazione che esamini alcune decine di coloro che si sono visti cancellare il loro diritto costituzionale a una pur minima assistenza. Si verifichi chi li ha visitati e come, si accerti la serietà dei giudizi emessi.
Se ci sono procedure da correggere, facciamolo subito, togliendo decine di migliaia di cittadini invalidi da una condizione di ansia e di vera paura, sulla pelle dei quali i moralizzatori della domenica continuano a sparlare.
Se non fosse chiaro, vorrei ricordare sia a Elsa Fornero che al presidente dell’Inps Mastrapasqua che, prima dei bilanci e dei tagli agli sprechi, occorre avere presente che hanno di fronte dei cittadini in carne e ossa, che hanno dei diritti e meritano rispetto.
Quello che sinceramente non meritano è che si speculi sulle loro disgrazie semplicemente perché un sordomuto che canta la Tosca fa molto più rumore di milioni di invalidi veri abbandonati a se stessi.

*Network sinistra riformista
 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *