Legambiente: allarme armi chimiche nelle Marche e nel Lazio

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Legambiente lancia l’allarme: vi sono oltre 30 mila ordigni inabissati nel sud del mare adriatico.
Si parla di almeno 4300 bombe all’iprite e 84 tonnellate di testate all’arsenico presenti nel tratto di  mare antistante Pesaro. Questi dati sono stati diffusi nel documento  redatto da Legambiente “Armi Chimiche un’eredità ancora pericolosa” presentato oggi a Roma.

Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche ha dichiarato che questa è di certo: “Un’eredita’ che nessuno vorrebbe trovarsi in dote. Una ferita aperta per tutto il territorio, non solo per l’impatto ambientale ma anche per il turismo e l’economia del pesarese e delle Marche”. 
Qarchioni ha così rivolto un appello: “a tutte le istituzioni che hanno competenze su questo argomento affinché si proceda con la bonifica e il risanamento di quest’area”.
Oggi Legambiente e il Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche hanno chiesto la costituzione una commissione permanente d’indagine, composta da Arpam e dall’università di Urbino: “per compiere un monitoraggio costante nel tempo e quindi intraprendere le eventuali azioni di bonifica”.
Non solo nelle Marche, anche nel Lazio vi sono due siti presenti nel dossier sulle zone inquinate dagli ordigni della seconda guerra mondiale: sono la chemical city sul lago di Vico in provincia di Viterbo e l’industria bellica nella Valle del Sacco a Colleferro in provincia di Roma.

Fabrizio Giometti, presidente del circolo di Legambiente Lago di Vico, e vice presidente del Coordinamento nazionale armi chimiche, ha detto: “Piuttosto che un silenzio opaco chiediamo trasparenza, su questioni delicate ed esplosive che vanno affrontate e risolte con le bonifiche, per non mettere a rischio le eccellenze dei nostri splendidi territori. Per questo siamo soddisfatti del lavoro di questi mesi, le autorità militari hanno annunciato 1,2 milioni di euro da stanziare per la bonifica del sito di Vico ed entro l’estate l’inizio della bonifica stessa, mentre l’Arpa Lazio proseguirà la campagna di caratterizzazione”.

Alberto Valleriani, della Rete tutela Valle Sacco, che aderisce al Coordinamento, ha inoltre aggiunto: “sembra che il mondo politico abbia preso un impegno per una seria indagine nel distretto industriale di Colleferro, fino a oggi frenata da imposizioni legislative derivanti da un decreto regio.”

Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio ha affermato: “Bisogna mettere fine alla pericolosa eredità delle armi chimiche che ancora oggi minaccia l’ambiente e i cittadini anche nel Lazio. Non si tratta di fare allarmismi ma nemmeno di sottovalutare il problema, serve concretezza, per arrivare finalmente al risultato, come Legambiente con numerose iniziative e campagne e ora anche il Coordinamento nazionale bonifica armi chimiche stanno facendo. Basta segreti di stato, a Vico e Colleferro servono chiarezza e interventi risolutivi”.

Enrico Ferdinandi

21 febbraio 2012

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