Lago di Vico, non facciamogli il funerale

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Cittadini preoccupati per le sorti del lago di Vico, ormai colonizzato dall’alga rossa a causa dell’uso irresponsabile di diserbanti e pesticidi da parte delle aziende agricole locali. L’associazione ambientalista Accademia Kronos si rivolge al Sindaco di Caprarola, in provincia di Viterbo, e lo invita a salvare l’ecosistema lacustre.
 
lago di vico (vt)
Lago di Vico (VT), colonizzato dall’alga rossa a causa dell’uso eccessivo di sostanze chimiche da parte dell’agricoltura locale

Illustre Sindaco,

Migliaia di cittadini del comprensorio del lago di Vico e diversi enti, come il nostro, sono seriamente preoccupati per il futuro del lago, soprattutto dopo che la scienza ufficiale si è espressa in merito.

Dopo gli ultimissimi interventi scientifici di due università, una di Roma e l’altra di Viterbo, e dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Arpa Lazio, dell’Assessorato Ambiente della Provincia di Viterbo e di altri enti di ricerca minori, non ci sono più dubbi: la continua e inarrestabile colonizzazione del lago di Vico da parte dell’alga rossa (Plankthotrix rubescens) è dovuta anche ai nutrienti chimici (fosfati, nitrati, prodotti azotati, ecc.) che provengono dai noccioleti della Valle di Vico. Si ricorda, a tal proposito, che le microcistine rilasciate dalle alghe rosse risultano pericolosissime per la salute umana. Sempre grazie alle indagini dirette e ai rigorosi studi di questi enti si è scientificamente accertato che il lago sta rapidamente avviandosi verso un’inesorabile eutrofizzazione, infatti già a 20 metri di profondità non c’è più ossigeno. I motivi anche qui sono strettamente legati all’uso massiccio di prodotti chimici usati in agricoltura.

Accertato tutto ciò, Le chiediamo a nome di migliaia di cittadini che hanno a cuore il futuro del lago e delle sue acque, di adoperarsi subito per fermare l’uso di tutti i prodotti chimici, a volte abusati, nei noccioleti della valle di Vico e di promuovere, in alternativa, metodologie agricole compatibili con la salvaguardia dell’ambiente e della salute umana, vedi sistemi biologici e biodinamici. Metodologie queste ultime più congeniali ad una zona diventata da molti anni riserva naturale regionale.

Non è civilmente e democraticamente concepibile che per il profitto economico, (che peraltro con l’agricoltura biologica aumenterebbe), di qualche decina di coltivatori della valle di Vico, si debba distruggere inesorabilmente un ambiente naturale di cui usufruiscono migliaia e migliaia di cittadini.

Non ci stiamo inventando nulla! Nella recente riunione pubblica alla Provincia di Viterbo, indetta dall’assessorato Ambiente della Provincia, il Prorettore dell’Università della Tuscia, prof. Giuseppe Nascetti, ha affermato pubblicamente che la morte del lago di Vico è attribuibile soprattutto all’uso disinvolto e irresponsabile di prodotti chimici sparsi nei noccioleti della valle di Vico. Lo stesso scienziato ha anche aggiunto che la sua università è a disposizione del Comune di Caprarola per insegnare agli agricoltori come non avvelenare i terreni e, anzi, migliorarne la produzione attraverso procedimenti sani sia per l’ambiente che per i cittadini.

A questo punto è solo una questione di sana e buona volontà!

In conclusione le ricordiamo che esistono leggi europee e nazionali, comprese anche quelle contenute nel Testo Unico di Sanità, che proibiscono, in prossimità di bacini idrici le cui acque vengono utilizzate per scopi potabili, lo spargimento nel terreno e l’irrorazione sulle piante di qualsiasi prodotto chimico, in particolare diserbanti e pesticidi.

A questo punto siamo certi che lei passerà alla storia come il sindaco illuminato di Caprarola che salvò il lago di Vico e non quello che invece ne decretò la fine.

17 marzo 2010

Accademia Kronos Nazionale

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