Stranieri salvano il made in Italy. Gli artigiani? Egiziani e cinesi

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Sabato, 18 febbraio 2012 – 13:00:00 

cina lavoratori

L’artigianato ‘made’ in Milano è salvo grazie agli stranieri se si guardano i risultati del 2011 forniti dall’Unione artigiani. Il settore nel capoluogo lombardo e e provincia ha chiuso con un incremento dello 0,86% nel numero di imprese, con saldo negativo nei settori della manutenzione e riparazione (-1,7%) e del trasporto (-1,6%), pressoché invariato nel manifatturiero (+ 0,3%) e nei servizi (+0,2%) in crescita nelle costruzioni (+1,9%). Il saldo sarebbe di segno completamente opposto se sui dati non concorresse “in misura decisiva” l’incremento delle aziende avviate da cittadini stranieri che incide per il 2,07%.

E’ innegabile che in questo momento la bilancia resta attiva solo grazie all’imprenditorialità degli immigrati -spiega Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiani della provincia di Milano che ha rielaborato i dati forniti dalla Camera di Commercio -. La loro crescita nel 2011, riferita allo scenario delle imprese individuali, che costituiscono la stragrande maggioranza nell’universo artigiano, è stata di 1.032 unita’. Senza questo apporto, a fine anno, non si sarebbe raggiunto il totale di 53.583 unita’ contro le 53.150 della fine 2010″.
 
Al 31 dicembre scorso le aziende artigiane individuali avviate da cittadini stranieri hanno toccato il tetto delle 12.273 unita’ con un incremento del 9,2% rispetto al dato 2010. La loro incidenza ha raggiunto il 22,9% (era 21,2% a fine 2010 e 20,1% a fine 2009). Tra le nazionalita’ piu’ rappresentate prevale quella egiziana con il 31,2% che distanzia la Romania (14,8%), l’Albania (8,8%), la Cina (5,9%), il Peru’ (5,1%), l’Ecuador (4,1%) e il Marocco (4%). I settori dove l’imprenditoria straniera incide ben oltre il dato medio del 22,9% sono servizi vari (assistenza, pulizia, corrieri) con il 49,1%, ristorazione 45,1%, confezioni abbigliamento 40,0%, pelletteria 38,7%, costruzioni ed edilizia 34,8%.

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