Il tenente Di Bello, sospeso dal servizio per aver denunciato l’inquinamento

 
da la Gazzetta del Mezzogiorno Clicca qui per l’articolo originale
 
«Mi chiedo come possa passare quasi inosservata ed in assoluto silenzio una notizia che rappresenta invece la chiave di svolta di un qualcosa che arriva da lontano e precisamente dal 2010. Mi riferisco alla richiesta della direzione generale per la Tutela del Territorio e delle Risorse Idriche del ministero dell’Ambiente che con nota “Problema – tiche ambientali nelle acque del lago artificiale del Pertusillo chiede ufficialmente per le valutazioni del caso che Regione Basilicata, Provincia di Potenza e Comuni di Montemurro, Grumento Nova e Spinoso diano un quadro aggiornato rispetto all’inquina – mento del Lago del Pertusillo». Lo sostiene il tenente della polizia provinciale Giuseppe Di Bello (da tempo sta affrontando un lungo processo per rivelazione del segreto d’uf ficio per aver denunciato pubblicamente l’inquinamento). 

«Sapete bene – dice Di Bello – cos’è accaduto in passato, la moria di migliaia di pesci, l’alga rossa il silenzio tombale da parte delle istituzioni locali, quelle stesse istituzioni che continuano a tacere anche dopo altre analisi ed altre conferme. Me lo chiedo perché già due anni fa in occasione dell’alga rossa e della grande moria di pesci comunicata dal sottoscritto con alcuni mesi di anticipo ricevendo come premio la sospensione prima, il trasferimento ad altro ufficio poi. Bene, in quella circostanza la professoressa Patrizia Albertano, esperta di alghe, nell’analizzare la questione dell’invaso del Pertusillo, disse che quello dell’effetto meteo climatico dichiarato dall’ex direttore dell’Arpab Vincenzo Sigillito, era una grande sciocchezza, aggiungendo testuali parole “è inequivocabilmente frutto dell’inquinamento, e che se quell’acqua è destinata anche ad uso potabile è necessario segnalare il tutto all’Istituto Superiore della Sanità. Non farlo è da criminali”». 

«Nel frattempo – ricorda Di Bello – nel corso di questi due anni sono successe tante cose, non ultima l’inchiesta su Sigillito, sul coordinatore provinciale di Potenza dell’Arpab Bruno Bove e altre 32 persone indagate per disastro ambientale, il tutto perché tenevano in cassaforte dati che evidenziavano l’inquinamento delle acque di falda ad opera di Fenice Edf. Lo ricordo perché il modus operandi per un certo periodo di tempo è stato quello di negare e di custodire le verità». Per Di Bello «i dati, le nostre analisi quelle fatte sul campo dal sottoscritto unitamente alla professoressa Albina Colella e al coordinatore Oipa provinciale Roberto Tedesco, possono essere verificate sul campo da chiunque lo desideri, e possono essere replicate da chiunque ne abbia le competenze adeguate per poterlo fare. Nascondere la testa sotto la sabbia non risolve la questione, i dati in nostro possesso confrontati con le tabelle che indicano le “caratteristiche di qualità per acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile” ci dicono una sola cosa: a causa dell’inquinamento chimico e batteriologico le acque del Pertusillo hanno subito un forte decadimento della loro qualità».

 
 
01 FEBBRAIO 2012
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