UN PASSO AVANTI CONTRO LA SCLEROSI MULTIPLA: ARRIVA IN ITALIA FINGOLIMOD, IL PRIMO FARMACO ORALE

1 febbraio 2012 

Carlo Pozzilli

Giancarlo Comi

Roma, 1° febbraio 2012 – Le persone con Sclerosi Multipla hanno oggi un’arma in più per combattere la malattia: è disponibile anche in Italia fingolimod, la prima terapia orale approvata, che apre nuove frontiere nel trattamento di questa patologia, che colpisce oltre 60.000 italiani, soprattutto giovani adulti e donne (quasi il triplo rispetto agli uomini).

La Sclerosi Multipla è una patologia che condiziona fortemente la vita di chi ne è colpito, a causa del suo carattere cronico e progressivamente invalidante.
Fingolimod è caratterizzato da un innovativo meccanismo d’azione e agisce a livello del sistema immunitario e del sistema nervoso centrale; grazie all’efficacia superiore dimostrata nel ridurre il tasso delle ricadute e la progressione dell’invalidità, e alla modalità di somministrazione orale, una compressa al giorno, potrà contribuire a migliorare la qualità di vita del pazienti.
È disponibile anche in Italia fingolimod, prima terapia orale approvata per la Sclerosi Multipla, che colpisce nel nostro Paese circa 60.000 persone.
Fingolimod ha dimostrato negli studi clinici un’efficacia superiore: riducendo
il tasso annualizzato di ricadute, la perdita di volume cerebrale, l’attività infiammatoria di malattia e il rischio di progressione della disabilità. (1-4)
Fingolimod è caratterizzato da un meccanismo d’azione innovativo e agisce a livello del sistema immunitario e nel sistema nervoso centrale. (3,5)
Ad oggi, oltre 30.000 pazienti sono stati trattati con fingolimod, per un totale
di 25.000 pazienti-anno di esposizione.

Le persone con Sclerosi Multipla hanno da oggi un’arma in più per combattere la malattia. È disponibile infatti anche in Italia fingolimod, sviluppato da Novartis, che rappresenta un importante passo avanti nella cura della Sclerosi Multipla, patologia cronica che in Italia colpisce oltre 60.000 persone e che rappresenta una delle principali cause di disabilità neurologica nei giovani adulti.
L’approvazione di fingolimod è basata sul più ampio programma di studi clinici ad oggi disponibile al momento della registrazione per un nuovo farmaco per la Sclerosi Multipla. Nello studio TRANSFORMS nei pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia, nonostante la terapia con interferone, il trattamento con fingolimod ha ridotto il tasso annualizzato di ricadute fino al 61% rispetto ad interferone beta-1a i.m.(1)

I risultati degli studi clinici hanno dimostrato che fingolimod riduce la perdita di volume cerebrale: nello studio FREEDOMS, della durata di due anni fingolimod ha ridotto la perdita di volume cerebrale, con una differenza del 36% rispetto a placebo.(4) L’effetto di fingolimod è risultato evidente anche nei pazienti senza attività infiammatoria al basale (assenza di lesioni in T1 Gd+), suggerendo un’azione diretta a livello del sistema nervoso centrale, in aggiunta all’attività anti-infiammatoria periferica.(6) Nella fase di estensione dello studio TRANSFORMS si è osservato, nei pazienti passati dal trattamento con interferone beta 1-a i.m. a fingolimod, una ulteriore riduzione del 51% della perdita di volume cerebrale.(2)

“Fingolimod” – dichiara Giancarlo Comi, Professore di Neurologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano – “sta cambiando la malattia, perché ha un’efficacia due volte maggiore rispetto alle terapie di prima linea fino ad oggi utilizzate. Un’ulteriore evidenza oggettiva dell’efficacia di fingolimod è costituita dalla significativa riduzione dell’atrofia cerebrale che caratterizza la malattia. Fingolimod ha un meccanismo d’azione innovativo e ha la capacità di legarsi ai recettori per la sfingosina 1-fosfato espressi su molti tessuti, inclusi i linfociti che, a causa di questo legame, vengono intrappolati nei linfonodi, proprio perché viene meno la funzionalità del recettore che è indispensabile per il ricircolo dei linfociti nel sistema circolatorio e nei linfonodi. Inoltre, interagendo con i recettori S1P espressi su alcune cellule neurali, fingolimod può indurre effetti neuroprotettivi”.

Fingolimod è la prima terapia orale approvata per la Sclerosi Multipla. “La somministrazione orale giornaliera di fingolimod potrà contribuire a migliorare sia la qualità della vita che l’aderenza del paziente alla terapia. L’aderenza alle terapie è fondamentale quando si tratta di patologie ad andamento cronico ed evolutivo come la Sclerosi Multipla” – afferma Carlo Pozzilli, Professore Ordinario di Neurologia alla Sapienza Università di Roma e Responsabile del Centro Sclerosi Multipla dell’Azienda Ospedaliera “S. Andrea” di Roma – “e sono molti i fattori che entrano in gioco nel favorire una buona compliance. La ricerca farmacologica si è concentrata negli ultimi anni sullo sviluppo di molecole che si potessero assumere per via orale proprio per facilitare l’aderenza al trattamento: la somministrazione orale, una capsula al giorno, di fingolimod, rappresenta un vantaggio”.

Ad oggi, oltre 30.000 pazienti sono stati trattati con fingolimod, per un totale di 25.000 pazienti-anno di esposizione.

“Con fingolimod, farmaco innovativo che ha vinto lo Scrip Award 2011 come Best new Drug” – dichiara Philippe Barrois, Amministratore Delegato e Country President di Novartis Italia – “Novartis, azienda leader nell’area delle neuroscienze da più di 50 anni, conferma il suo impegno nella ricerca e sviluppo di nuovi composti per fornire soluzioni innovative alle esigenze mediche e ai bisogni dei pazienti non ancora soddisfatti. Il nostro impegno è ora rivolto a far sì che i pazienti eleggibili al trattamento possano avere accesso il prima possibile al farmaco superando discrepanze su base regionale”.
Fingolimod è il capostipite di una nuova classe di farmaci chiamati modulatori dei recettori della sfingosina 1-fosfato (S1PR). L’innovativo meccanismo d’azione di fingolimod sequestra alcuni globuli bianchi (linfociti) nei linfonodi, impedendo loro di raggiungere il sistema nervoso centrale (SNC), dove potrebbero attaccare le guaine di mielina che proteggono le fibre nervose, riducendo così il danno infiammatorio. Il sequestro dei globuli bianchi è specifico (fingolimod preserva l’immunità) e reversibile alla sospensione del trattamento. Fingolimod, grazie alla sua natura lipofila, è in grado di attraversare rapidamente la barriera emato-encefalica e penetrare nel SNC; legandosi ai recettori S1P presenti sulle cellule del SNC (neuroni, astrociti, oligodendrociti, microglia) può indurre effetti neuroprotettivi o riparativi. (4-8)

In questo modo fingolimod può esercitare effetti che favoriscono i meccanismi endogeni di riparazione e rimielinizzazione, tra cui il prolungamento della sopravvivenza degli oligodendrociti (le cellule che producono la mielina) e la riduzione della astrogliosi reattiva.(7-8)

Informazioni su fingolimod

Fingolimod è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) il 22 settembre 2010 come terapia di prima linea per le forme recidivanti di Sclerosi Multipla.

Il 21 marzo 2011 la Commissione Europea ha approvato fingolimod in monoterapia al dosaggio giornaliero di 0,5 mg come terapia modificante la malattia nei pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il trattamento con interferone beta, o in pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente grave a rapida evoluzione. In Italia fingolimod è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (classe A, prescrivibilità limitata ai centri identificati dalla nota 65) nei pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il trattamento con interferone beta, o in pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente grave a rapida evoluzione (Gazzetta Ufficiale n.271 del 22-11-2011), ed è stato inserito nella lista dei farmaci innovativi.

Fingolimod è un trattamento orale in monosommistrazione giornaliera, senza limitazioni specifiche per quanto riguarda la durata del trattamento. Negli studi clinici è stato in genere ben tollerato; gli effetti indesiderati più comuni sono stati: cefalea, incremento degli enzimi epatici, influenza, diarrea, mal di schiena e tosse.

Altri possibili effetti collaterali correlati a fingolimod comprendono bradicardia transitoria e generalmente asintomatica e, raramente blocco atrio-ventricolare all’inizio del trattamento, lieve aumento della pressione arteriosa, edema maculare e lieve broncocostrizione.(5,7)

Il tasso complessivo di infezioni, comprese quelle gravi, è stato simile nei vari gruppi di trattamento, tra cui placebo, benché nei pazienti trattati con fingolimod sia stato osservato un lieve aumento di infezioni a carico delle vie respiratorie inferiori (principalmente bronchiti).(7)

Le Autorità regolatorie di intesa con Novartis hanno disposto, come misura precauzionale, che le persone che iniziano il trattamento con fingolimod dovranno rimanere sotto controllo medico per almeno sei ore dopo la prima dose di farmaco. È previsto un controllo elettrocardiografico (ECG) continuo, la misurazione della pressione arteriosa e della frequenza del battito cardiaco ogni ora durante tale periodo di osservazione, e l’esecuzione di un ECG a 12 derivazioni all’inizio e alla fine.

Disclaimer
Il presente comunicato stampa si riferisce all’attuale stato dell’arte delle conoscenze del prodotto e contiene alcune indicazioni che potrebbero non corrispondere ai futuri dati disponibili. Nel caso in cui si concretizzino rischi o incertezze, oppure nel caso in cui gli assunti che hanno determinato le anticipazioni dovessero risultare errati, i risultati effettivi potrebbero essere diversi da quelli descritti in questa sede come anticipati, creduti, stimati o attesi.

Novartis

Novartis fornisce soluzioni terapeutiche in grado di far fronte alle esigenze, in continua evoluzione, dei pazienti e della società. Con sede a Basilea, in Svizzera, Novartis offre un portafoglio diversificato per meglio rispondere a queste esigenze: farmaci ad alto contenuto di innovazione, prodotti per la cura dell’occhio, farmaci generici a costi competitivi, vaccini preventivi e dispositivi diagnostici, prodotti per automedicazione e specialità veterinarie. Novartis è la sola azienda al mondo a detenere una leadership in tutte queste aree. Nel 2011, le attività in prosecuzione del Gruppo hanno registrato un fatturato di 58,6 miliardi di dollari, mentre circa 9,6 miliardi di dollari (9,2 miliardi di dollari escluse le svalutazioni e gli ammortamenti) sono stati investiti in Ricerca & Sviluppo. Le società del Gruppo Novartis contano circa 124.000 collaboratori e operano in oltre 140 Paesi del mondo. Ulteriori informazioni sono disponibili nei siti www.novartis.it e www.novartis.com

Carlo Pozzilli

Professore Ordinario di Neurologia, Sapienza Università di Roma,

Responsabile del Centro Sclerosi Multipla, Azienda Ospedaliera “S. Andrea”, Roma

Aderenza alla terapia e percorsi diagnostico-terapeutici integrati:

armi fondamentali nella lotta contro la Sclerosi Multipla

La Sclerosi Multipla è una patologia cronica autoimmune neurodegenerativa e colpisce oltre 60.000 persone in Italia, soprattutto giovani adulti e per la gran parte donne. Qual è la situazione epidemiologica mondiale? Attualmente quali sono le opportunità terapeutiche di cui dispone il neurologo?

La Sclerosi Multipla rappresenta una delle principali cause di disabilità neurologica nell’età giovane-adulta. Considerata la frequenza, la tendenza ad esordire in età giovanile e la durata del decorso, è una patologia neurologica ad alto interesse sociale e sanitario. Attualmente nel mondo le persone affette da Sclerosi Multipla sono 3 milioni; di queste, 450.000 sono in Europa. L’Italia si colloca tra i Paesi ad alto rischio di malattia con una prevalenza variabile a seconda dell’area geografica. Dati AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) indicano 1.800 nuovi casi l’anno, con un totale di circa 60.000 pazienti affetti, mediamente 1 ogni 1.000 abitanti. Il peso economico di questa patologia è elevato: le stime indicano un costo sociale medio anno a persona di 25.000 Euro, si raggiungono i 57.000 Euro annui quando il paziente diventa non autosufficiente in maniera severa.

Non disponiamo di una terapia risolutiva per la Sclerosi Multipla, tuttavia esistono diversi trattamenti che possono migliorare la prognosi della malattia e che sono in grado di ridurre l’incidenza degli attacchi, la loro severità e l’impatto dei sintomi. I farmaci disponibili sono: corticosteroidi, somministrati al momento dell’attacco (o ‘ricaduta’) capaci di attenuare i sintomi e di favorire la velocità di recupero post-acuzie; immunomodulatori, che agiscono a livello immunitario senza sopprimere completamente le difese del paziente e sono in grado di ridurre la frequenza e la gravità delle ricadute. Rientrano in questa importante categoria l’interferone beta 1a e l’interferone beta 1b e, in alternativa, glatiramer acetato (copolimero). Infine, per quei pazienti che alla diagnosi presentano una malattia più aggressiva o non rispondono alle terapie di prima linea, si utilizzano farmaci altamente efficaci: natalizumab, anticorpo monoclonale, e fingolimod. Quest’ultimo è stato approvato lo scorso marzo in Unione Europea come prima terapia orale.

In che modo una terapia orale può rappresentare un vantaggio per i pazienti affetti da Sclerosi Multipla?

La ricerca farmacologica si è concentrata negli ultimi anni sullo sviluppo di molecole che si potessero assumere per via orale per facilitare l’aderenza al trattamento.

Fingolimod di recente è stato approvato anche in Italia con l’indicazione di utilizzo solo nei casi di risposta insoddisfacente alla terapia immunomodulante; la somministrazione orale, una capsula al giorno, rappresenta un vantaggio. Come per la maggior parte dei farmaci innovativi, l’impiego di questa terapia richiede un monitoraggio da parte del personale sanitario, in maniera specifica durante le 6 ore successive alla prima somministrazione. Inoltre è stata prevista l’attivazione e l’aggiornamento di un Registro online di monitoraggio da parte dei Centri Sclerosi Multipla dove il farmaco verrà prescritto. Naturalmente sono in corso studi anche con altre molecole a somministrazione orale pronte per essere immesse sul mercato nei prossimi anni; tra queste sono da menzionare dimetil fumarato e teriflunomide.

Quanto è importante nel trattamento della Sclerosi Multipla l’aderenza alla terapia e quali fattori possono influenzarla?

L’aderenza alle terapie è fondamentale quando si tratta di patologie ad andamento cronico ed evolutivo come la Sclerosi Multipla. Sono molti i fattori che entrano in gioco nel favorire una buona aderenza alle cure, non si tratta solo di fattori fisici ma anche psicologici. Ad esempio, i pazienti benché consapevoli e informati degli effetti collaterali che spesso possono manifestarsi, talvolta si scoraggiano, temono la disabilità ma non riescono a sopportare i disturbi, per questo la persona con Sclerosi Multipla deve essere seguita e controllata assiduamente. L’esperienza ci ha insegnato che dotare il paziente di auto-iniettore e farlo istruire da un infermiere dedicato sull’uso corretto aiuta molto a superare l’agofobia. Il fatto stesso di avere a disposizione un infermiere dedicato e un Servizio da consultare al bisogno, aiuta i malati a sentirsi più sicuri, migliora la loro Qualità di Vita e naturalmente l’aderenza al trattamento. Quest’ultima tuttavia è soggetta a molte variabili, non ultimi gli effetti avversi dei farmaci. Alcuni dati recentemente pubblicati, anche dal nostro gruppo di ricerca, dimostrano che l’interruzione della terapia con natalizumab può essere più rischiosa. Infatti più frequentemente rispetto ad altre terapie si assiste ad una ripresa della malattia a volte così importante da provocare un vero e proprio effetto rebound, con la conseguenza che la Sclerosi Multipla torna a manifestarsi in modo più eclatante rispetto a quanto si verificava prima dell’inizio del trattamento con l’anticorpo monoclonale. Un altro problema che può peggiorare l’aderenza riguarda le modalità di somministrazione per via iniettiva, intramuscolare o sottocutanea, delle terapie con farmaci immunomodulanti. Ricorrere ad iniezioni più volte alla settimana non è tollerato da un numero elevato di pazienti. Inoltre dopo anni di iniezioni diventa difficile trovare un punto “pulito” dove non si siano già verificate reazioni locali ripetute. Questo a volte costringe ad interrompere le cure. La terapia con interferone comporta anche altri effetti collaterali quali una sindrome simil-influenzale che nel corso dei mesi tende ad attenuarsi. In molti pazienti si osserva un peggioramento dell’emicrania, in particolare in quelli che soffrono del disturbo prima dell’inizio del trattamento. Lo stesso glatiramer acetato, l’altro farmaco immunomodulatore, può causare reazioni allergiche e manifestazioni dermatologiche. Tutto questo fa ben comprendere quanto complessa sia la gestione dei pazienti e dei trattamenti disponibili per la cura della Sclerosi Multipla.

Per fronteggiare una patologia cronica come la Sclerosi Multipla con cui il paziente è costretto a convivere per tutta la vita, che ruolo gioca la relazione tra medico specialista (e la sua èquipe) e paziente?

La relazione medico-paziente-infermiere è certamente un aspetto che non dobbiamo mai sottovalutare. È di primaria importanza usare alcune accortezze fin dal momento della diagnosi, a partire dalle modalità con cui questa viene comunicata alla persona. Se possibile, è bene coinvolgere subito la famiglia; in Italia abbiamo la possibilità di farlo mentre in alcuni Paesi il medico è molto più vincolato a comunicare la risposta esclusivamente al paziente. Anche nelle fasi successive, in occasione delle visite di controllo, andrebbe ad esempio evitato che un paziente con Sclerosi Multipla allo stadio iniziale incontri in sala d’attesa pazienti con gravi disabilità. La depressione è un altro aspetto importante da non trascurare ma anzi da valutare attentamente. La maggior parte dei pazienti va incontro ad una fase depressiva, quasi sempre dopo la diagnosi, talvolta successivamente, magari durante una ricaduta. Nei casi di depressione maggiore personalmente tendo ad aspettare che il disturbo si attenui prima di iniziare una terapia farmacologica con immunomodulanti per non aggiungere un ulteriore elemento di problematicità.
È fondamentale per gestire al meglio tale situazione un buon rapporto medico-paziente, che dovrebbe essere instaurato sin dai primi incontri. Tuttavia, vorrei sottolineare che per gestire in maniera globale e accurata un paziente con Sclerosi Multipla è vitale che si instauri una buona relazione con tutto lo staff medico e paramedico del Centro che segue il malato. I Centri Sclerosi Multipla seguono i pazienti lungo tutte le fasi della malattia, a partire dal momento della diagnosi e nel corso della sua evoluzione. Trattandosi di una patologia cronica molto complessa, i Centri dovrebbero essere nelle condizioni di predisporre numerose e diverse competenze specialistiche tra le quali l’oculista, il fisiatra, il fisioterapista, lo psicologo, lo psichiatra, il nutrizionista, l’urologo, oltre ovviamente agli infermieri specializzati. È ovvio che nell’attuazione del percorso diagnostico-terapeutico il Centro Sclerosi Multipla con i servizi di cui dispone svolge un ruolo di centralità insieme al malato.

A supporto delle terapie farmacologiche, quale importanza assume nel trattamento della Sclerosi Multipla la riabilitazione?

La riabilitazione è un intervento non farmacologico che favorisce il recupero funzionale dopo un danno del Sistema Nervoso ed ha un impatto sostanziale sulla qualità di vita dei pazienti con Sclerosi Multipla. L’abilità del Sistema Nervoso normale (o danneggiato) di soddisfare nuove richieste funzionali (o di compensare deficit funzionali prodotti dal danno tissutale) è conosciuta con il termine di “plasticità cerebrale”. La plasticità cerebrale spiega il recupero dal danno motorio in pazienti con Sclerosi Multipla. La riorganizzazione funzionale adattiva è presente nelle varie forme e nei diversi stadi della malattia. Pertanto la riabilitazione ha un’importanza fondamentale nella Sclerosi Multipla e deve essere continuativa trattandosi di una patologia cronica. I progressi scientifici sulle capacità di recupero funzionale del Sistema Nervoso hanno aperto alla possibilità di modulare in maniera adattativa l’attività cerebrale, consentendo di promuovere specifici modelli di recupero. A questo riguardo sono attualmente in corso presso il Centro Sclerosi Multipla del
“S. Andrea” di Roma, studi sulla riabilitazione dell’equilibrio e sulla riabilitazione cognitiva. I disturbi dell’equilibrio predispongono i pazienti con Sclerosi Multipla a frequenti cadute accidentali mentre i disturbi cognitivi, caratterizzati da deficit di attenzione, concentrazione e ‘affaticamento’ mentale, hanno anch’essi un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita dei pazienti. Recuperare per quanto possibile questi deficit significa migliorare la quotidianità dei pazienti.

Giancarlo Comi

Professore di Neurologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

Fingolimod: un meccanismo d’azione innovativo,

un nuovo approccio terapeutico contro la Sclerosi Multipla

Gli studi clinici hanno dimostrato l’efficacia e la tollerabilità di fingolimod, la prima terapia orale approvata per la Sclerosi Multipla. Quali sono in concreto i vantaggi terapeutici per il paziente?

La tollerabilità e l’efficacia di fingolimod sono state documentate attraverso importanti studi di fase II e di fase III (TRANSFORMS, FREEDOMS e lo studio “2201 fingolimod vs placebo”) che hanno coinvolto complessivamente quasi 5.000 pazienti. L’efficacia di fingolimod nelle forme recidivanti-remittenti di malattia è emersa chiaramente in tutti gli studi. Lo studio FREEDOMS ha dimostrato una riduzione della frequenza degli attacchi rispetto a placebo del 54% per la dose 0.5 mg somministrata giornalmente e inoltre una riduzione di circa un terzo del rischio di progressione della disabilità. Nello studio TRANSFORMS il farmaco ha comportato una riduzione del 52% della frequenza degli attacchi nei confronti dell’interferone beta-1a per via intramuscolare.

Nei pazienti con Sclerosi Multipla recidivante-remittente ad alta attività di malattia nonostante il precedente trattamento, nello studio TRANSFORMS fingolimod ha ridotto il tasso annualizzato di ricadute fino al 61% rispetto ad interferone beta-1a IM.

Il secondo vantaggio di fingolimod è quello di essere il primo farmaco per il trattamento della Sclerosi Multipla assunto per via orale. Naturalmente questo non significa che tutti i pazienti debbano essere trattati con fingolimod; in particolare, se un paziente risponde in maniera ottimale alle terapie tradizionali non vi è alcun motivo di modificare il trattamento. Un’ulteriore evidenza oggettiva dell’efficacia di fingolimod è costituita dalla significativa riduzione dell’atrofia cerebrale che caratterizza la malattia: una riduzione di un terzo rispetto ai pazienti in trattamento con placebo.

Fingolimod è il capostipite di una nuova classe di farmaci, i modulatori dei recettori della sfingosina 1-fosfato: qual è il suo meccanismo d’azione?

Nella Sclerosi Multipla il sistema immunitario, in particolare i linfociti, danneggia la guaina di mielina che protegge le fibre nervose del sistema nervoso centrale. Fingolimod ha la capacità di legarsi ai recettori per la sfingosina 1-fosfato espressi su molti tessuti, inclusi i linfociti che, a causa di questo legame, vengono intrappolati nei linfonodi, proprio perché viene meno la funzionalità del recettore che è indispensabile per il ricircolo dei linfociti nel sistema circolatorio. La drastica riduzione dei linfociti circolanti riguarda anche i linfociti che a livello del Sistema Nervoso Centrale realizzano l’attacco contro la mielina e l’assone e che sono coinvolti nell’insorgenza della malattia.

Inoltre sappiamo che i recettori della sfingosina 1-fosfato sono espressi anche sugli astrociti (che costituiscono la struttura di sostegno in cui si incastrano i neuroni), sugli oligodendrociti (che producono la guaina mielinica) e sulla microglia (un tipo speciale di macrofagi deputati alla sorveglianza immunitaria del tessuto nervoso): l’interazione con i recettori per la sfingosina
1- fosfato espressi da questo tipo di cellule potrebbe comportare una protezione nei confronti dei processi neurodegenerativi, particolarmente importanti nelle fasi medio-avanzate della malattia.

Ma la riduzione dei linfociti non rischia di compromettere il sistema immunitario?

La linfocitopenia indotta da fingolimod ha due peculiarità: diversamente dagli immunosoppressori classici, non è causata dalla distruzione delle cellule immunitarie, ma solamente dal loro “sequestro” a livello dei linfonodi. Questa attività inoltre è è rapidamente reversibile, in quanto i linfociti vengono rapidamente reimmessi in circolo alla sospensione del trattamento. Inoltre la linfocitopenia non si associa, salvo casi eccezionali, ad aumentato rischio di infezioni o di neoplasie, in quanto i linfociti che presiedono l’immunità a livello dei tessuti non vengono ridotti in numero e nella loro capacità di svolgere le loro funzioni. L’eccezione è costituita dai rischi connessi con una prima infezione da herpes simplex o zoster verso i quali il sistema immunitario sottoposto all’azione di fingolimod induce una risposta carente; per eliminare il rischio di complicanze legate a questo tipo di infezione nei pazienti trattati con fingolimod, è sufficiente vaccinare il paziente prima di iniziare la terapia.

Qual è stato il ruolo del nostro Paese nella sperimentazione e negli studi finalizzati allo sviluppo di questa nuova terapia?

I Centri italiani per la Sclerosi Multipla hanno partecipato attivamente sin dall’inizio al Piano di sviluppo di fingolimod e sono attualmente coinvolti in ulteriori attività. In questo momento, tra i vari studi è in corso un trial multicentrico internazionale coordinato dal San Raffaele che intende valutare l’efficacia di fingolimod sui disturbi cognitivi che affliggono una proporzione significativa dei pazienti. Lo studio FIRST, appena completato, nel quale sono stati coinvolti 2.474 pazienti, ha permesso di valutare il profilo di sicurezza del farmaco ossia il suo impatto sui potenziali effetti collaterali. Molti Centri italiani hanno partecipato alla valutazione dell’impatto della cura su alcuni effetti collaterali quali il rallentamento della frequenza cardiaca alla prima somministrazione, che è molto frequente e in rarissimi casi può comportare disturbi del ritmo cardiaco, che necessita di un attento monitoraggio.

In quale fase della ricerca sulla Sclerosi Multipla si inserisce il nuovo approccio terapeutico rappresentato da fingolimod?

In realtà esiste un filo sottile che collega tutti questi aspetti. Oggi il nuovo obiettivo terapeutico è di individuare un trattamento specifico per ogni singolo paziente in base alla sua storia clinica in quel determinato momento. Disponiamo oggi di una discreta scelta di farmaci con modalità di azione e profili di efficacia e di sicurezza diversi; le nuove molecole per la terapia della Sclerosi Multipla comportano oltre a grandi benefici anche nuovi rischi per cui è opportuno che il trattamento di questi malati avvenga in Centri di comprovata competenza. L’Italia dispone da molti anni di una fitta rete di Centri in grado di rispondere pienamente a questa esigenza, ma è chiaramente opportuno che venga fortemente potenziato il momento educativo anche grazie al coinvolgimento delle società scientifiche, come la Società Italiana di Neurologia, che già svolgono un ruolo attivo in questo senso. Un aspetto chiave nella lotta contro la malattia è costituita dal trattamento precoce che ovviamente è fortemente collegato a una diagnosi precoce. Non a caso negli ultimi 10 anni vi sono state ben 3 revisioni dei criteri per la diagnosi della Sclerosi Multipla e l’ultima versione ha il grande merito di essere di facile utilizzazione e di grande utilità, in quanto consente in circa la metà dei casi di formulare una diagnosi di malattia già in occasione del primo attacco.

Per quanto riguarda le terapie, sono in fase avanzata di sviluppo altri farmaci per via orale, come laquinimod, dimetil fumarato e teriflunomide, che hanno già dato alcuni riscontri positivi di efficacia; tra questi ve ne sono anche alcuni che hanno strette parentele con fingolimod. Infine sono in corso studi con anticorpi monoclonali e stanno partendo studi multicentrici sulle cellule staminali autologhe mesenchimali che vedono coinvolti canadesi, americani e italiani.

 

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