I tesori del FAI: partenze e arrivi

Opere d’arte in viaggio, tra mostre e restauri

Attività FAI Ricchissimo è il patrimonio artistico conservato nei Beni FAI, che richiede un costante lavoro di conservazione e gestione. Lunghi periodi di restauro e spostamenti temporanei, in forma di prestito, per mostre sono solo alcuni dei casi più frequenti di ritorni e partenze dei tesori del FAI.

Continua il lavoro incessante nell’ambito della conservazione delle opere d’artecontenute nei Beni FAI: tra interventi di restauro e opere date in prestito aesposizioni temporanee il patrimonio artistico e culturale della Fondazione è sempre in movimento. Quadri, statue, sculture, mosaici o intere stanze d’arte, sono solo alcuni dei beni che arricchiscono i tesori nascosti nelle ville, nei castelli, nelle abbazie.

Fra le opere esposte alla mostra “Adolfo Wildt: l’anima e la forma tra Michelangelo e Klimt”, presso i Musei San Domenico a Forlì, è presente, in prestito, anche Il puro folle (Parsifal), scultura in bronzo del 1930 di Wildt, appartenente allaCollezione Gian Ferrari e conservata a Villa Necchi Campiglio, Milano. La mostra è visitabile fino al 17 giugno 2012 ed è interamente dedicata a uno fra i più grandi scultori del Novecento, Wildt appunto. Appartenente alla stessa collezione, anche L’ospitalità / Pietà di Arturo Martini, datata 1931, è attualmente visitabile in mostra, fino al 15 aprile 2012, presso Palazzo Medici Riccardi a Firenze, con l’esposizione “Le stanze dei tesori. Meraviglie dei collezionisti nei musei di Firenze”. Infine, L’ingresso al Canal Grande con la Basilica della Salute, meglio noto come il Canaletto, olio su tela del ‘700 di Antonio Canal in questo momento si trova tra le sale di “La bella Italia. Arte e identità delle città capitali”, mostra visitabile a Palazzo Pitti, Firenze, fino al 12 febbraio 2012.

Opere che vanno e che ritornano. Sempre a Villa Necchi Campiglio, infatti, sono tornati a rivestire le pareti della sala da pranzo i due magnifici arazzi di manifattura fiamminga del XVI – XVII secolo, appena restaurati attraverso un lungo intervento conservativo presso il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino. Il restauro ha previsto prima di tutto la spolveratura per aspirazione effettuata sia sulla fronte che sul retro dell’arazzo, a questa fase è seguito lo smontaggio delle parti inserite nel corso di precedenti interventi di restauro e, successivamente, il lavaggio per immersione. Infine, sono state effettuate la fermatura degli orditi liberi e le integrazioni di tessuto, ove mancanti.

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