Cento, il carnevale è servito

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Dal 1993 è gemellato con quello di Rio de Janeiro. Negli ultimi 25 anni, il Carnevale d’Europa di Cento  ha assunto risonanza internazionale tanto che mediamente alle cinque sfilate, che si snodano lungo le vie contornate da portici seicenteschi del centro storico, assistono non meno di 340mila persone. Succederà così anche nel 2012 quando i cortei sono in programma nelle quattro domeniche di febbraio (5, 12, 19 e 26) e nella prima di marzo (4). I temi dei carri allegorici, ricchi di satira e fantasia, spazieranno dall’”Armata bancomat” alla magia” e a “Il gobbo di Notre Dame”, né mancheranno prese in giro al presidente degli Stati Uniti Barack Obama e a Silvio Berlusconi assurto all’Olimpo.

  E’ una storia di più di quattro secoli quella delle manifestazioni carnascialesche del borgo ferrarese. Di quel tempo un affresco del Guercino che ritrae la maschera Berlingaccio e una festa tenutasi al palazzo comunale il Giovedì grasso con tanto di dolciumi e altri rinfreschi offerti dal magistrato cittadino alla popolazione. Lo spirito di questa manifestazione è incarnato dagli smisurati e colorati monumenti di cartapesta che spesso raggiungono una larghezza di sei metri e un’altezza di venti, e che possono contare su ingegnosi marchingegni meccanici. Il “cammino” di ogni opera, poi, è accompagnato da oltre cinquecento figuranti che indossano variopinti costumi, e da gruppi comico-folkloristici e da artisti di strada provenienti da ogni parte d’Italia e anche dall’estero.

  Una delle caratteristiche di questo evento è il lancio, dai carri, di oggetti quali palloni, materassini gonfiabili, peluche a forma di balena, delfino e orca, caramelle, cioccolatini e, naturalmente, coriandoli. La parata è aperta dalla maschera Tasi, rigorosamente in frac, che raffigura un personaggio amante del buon vino: secondo la leggenda, un giorno, chiamato a scegliere tra la moglie e il lambrusco, optò per un bicchiere del rosso emiliano. Il Martedì Grasso prima legge il suo testamento, in cui mette alla berlina vizi e virtù dei maggiorenti locali, e poi viene bruciato sul rogo, momento che, insieme ai fuochi artificiali nel piazzale della Rocca, segna il passaggio dal Carnevale alla Quaresima. (Marco Fornara)

Immagini dalle edizoni passate (Fonte Web)

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