CARNEVALE 2012 / Storie, maschere e ricette del carnevale in Italia, a cura dello chef Bruno

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SAVONA / 29-01-2012

CARNEVALE 2012 / Storie, maschere e ricette del carnevale in Italia, a cura dello chef Bruno

“Semel in anno licet insanire” (una volta all’anno è lecito impazzire) Questa tradizione è spesso legata alla celebrazione del carnevale

Carnevale 2012: Un viaggio attraverso le tradizioni festose del carnevale in Italia, a cura di Bruno Cantamessa – Il carnevale si celebra nei paesi di tradizione cristiana e cattolica. I festeggiamenti si svolgono per le vie o piazze dei paesi  con sfilate di carri fantasiosi, giochi, balli e scherzi; l’elemento caratteristico del carnevale è il mascherarsi.

La festa del Carnevale ha origini antiche,  ad esempio le dionisiache greche o i saturnali romani. I Saturnali erano le festività della religione romana, dedicate all’insediamento nel tempio del dio Saturno e alla mitica età dell’oro; si svolgevano dal 17 al 23 dicembre (periodo fissato in epoca imperiale da Domiziano). I saturnali iniziavano con grandi banchetti, sacrifici; i partecipanti usavano scambiarsi l’augurio io Saturnalia, accompagnato da piccoli doni simbolici, detti strenne. Era usanza giocare a tombola, tra l’altro, considerato il “grande gioco di Saturno”. 

Durante questi festeggiamenti, l’ordine sociale veniva sovvertito: gli schiavi temporaneamente si consideravano uomini liberi, cambiavano i loro abiti con quelli dei loro signori e venivano scambiati doni, come: candele di cera, immagini, bambole di terracotta, chiamate “sigillaria”. E infine, veniva eletto una specie di re della burla, “Saturnalicius princeps” vestito con una buffa maschera e colori sgargianti tra i quali spiccava il rosso (colore degli dèi).

Nel mondo antico il Navigium Isidis (carro navale di Iside), la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell’impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle “Metamorfosi” (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio.

I nostri “Carnevali” 

Il Carnevale di Venezia, il Carnevale di Viareggio, quello di Ivrea, il Carnevale di Sciacca e di Palazzolo Acreide sono considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, è in grado di attrarre tutti gli anni turisti da ogni parte sia dall’Italia che dall’estero.

Il Carnevale più lungo d’Italia è quello di Putignano. Comincia infatti il 26 dicembre con la cerimonia dello scambio del cero e si conclude il martedì grasso, con una sfilata serale e il funerale del Carnevale, rappresentato come un maiale.

Uno dei carnevali più antichi d’Italia arrivato ai giorni nostri è quello di Verona, risalente al tardo medioevo ed il cui nome originale è Bacanàl del Gnoco; il primo ebbe luogo nel 1531.

Il carnevale di Venezia è conosciuto in tutto il mondo per la bellezza dei costumi e delle maschere, lo sfarzo dei festeggiamenti nella magica atmosfera della Laguna. Le sue origini sono molto antiche: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta. Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è un editto del 1296, quando il Senato della Repubblica dichiarò festivo il giorno precedente la Quaresima.

Il carnevale di Viareggio è uno dei più importanti a livello internazionale. 
Sono i carri allegorici più o meno grandi che sfilano nelle domeniche fra gennaio e febbraio a caratterizzare questo carnevale sui quali troneggiano enormi caricature in cartapesta di personaggi famosi della politica, della cultura o dell
o spettacolo, sottolineati con satira ed ironia.

Lo storico Carnevale di Ivrea, famoso per la “Battaglia delle Arance” , viene considerato tra i più antichi e particolari al mondo. 
E’ una manifestazione carnevalesca nata intorno al 1808 sulla base di antiche feste rionali e da allora si svolge pressoché ininterrottamente nell’omonima città piemontese.
Le origini della battaglia sono incerte, ma risalgono verosimilmente ad anni intorno alla metà dell’Ottocento quando presero ad essere praticate scherzose schermaglie tra le carrozze e la gente sui balconi.
L’intero carnevale ha il pregio di rappresentare, sotto forma di allegoria, la rivolta dei cittadini per la libertà dal tiranno della città, probabilmente raineri di Biandrate, ucciso dalla Mugnaia su cui si apprestava ad esercitare lo jus primae noctis. Fu quell’evento a innescare la guerra civile rappresentata dalla battaglia tra il popolo e le truppe reali che viene rievocata durante il carnevale, dove le squadre di Aranceri a piedi (ossia il popolo) difendono le loro piazze dagli aranceri su carri (ossia l’esercito) a colpi di arance a rappresentare le frecce, mentre tra le vie della città sfila il corteo della Mugnaia che lancia dolci e regali alla popolazione.

Il Carnevale di Sciacca è fra le manifestazioni più conosciute che vengono allestite in occasione del carnevale. A parlare per primo di esso fu, nel 1889, Giuseppe Pitrè che ne fece cenno nella sua opera Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane. Le prime manifestazioni sono ricordate come una festa popolare, in cui venivano consumate salsicce, cannoli e molto vino; ed il popolo si riversava per le strade, travestito in vari modi. I protagonisti del Carnevale di Sciacca sono i carri allegorici: ferro, carta, legno, tecnologia, passione e sacrificio, sono gli elementi indispensabili per la realizzazione di queste opere d’arte. L’atmosfera del Carnevale di Sciacca fa sì che chiunque, durante la festa, può essere protagonista e non spettatore di uno dei carnevali più belli della Sicilia.

Curiosità e storia di alcune delle maschere  più famose del carnevale

Arlecchino
Il servitore di due padroni, nota anche come Arlecchino servitore di due padroni è una delle più celebri commedie di Carlo Goldoni, scritta dall’autore veneto nel 1745.
Arlecchino originariamente, è una famosa maschera bergamasca. 
Pare che la più antica maschera di Carnevale sia Arlecchino. 
Le sue origini sono remote, da ricercare nelle leggende medioevali.

Colombina
Colombina è il nome di una maschera veneziana della commedia dell’arte.
Nelle rappresentazioni è spesso oggetto di attenzioni da parte del padrone Pantalone provocando così  la gelosia in Arlecchino. Non dimentichiamo che Colombina è la fidanzata di Arlecchino…

Balanzone
Balanzone (da balanza, bilancia, allegoria della Giustizia), conosciuto anche con il nome di Dottor Balanzone, è una maschera di origine bolognese. Appartiene alla schiera dei “vecchi” della commedia dell’arte, talvolta è chiamato Dottor Graziano o semplicemente il Dottore.

Gianduja
Gianduja (in piemontese Giandoja, [ʤan’dʊja]) è una maschera popolare torinese di origini astigiane della commedia dell’arte. Il suo nome deriva dalla locuzione Gioann dla doja ovvero Giovanni del boccale.
Dal suo nome deriva quello della cioccolata di tipo gianduia e del relativo cioccolatino gianduiotto con la quale è confezionato, entrambi specialità torinesi. I cioccolatini venivano distribuiti dalla maschera durante la festa del carnevale; probabilmente per lo stesso motivo il nome Gianduja è stato dato alle grosse caramelle a forma di cialda incartate in caratteristici involucri esagonali.

Pulcinella 
La maschera di Pulcinella come la conosciamo oggi, è stata inventata ufficialmente a Napoli dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento. Le origini di Pulcinella sono però molto più antiche.
Al di là della Commedia dell’Arte il personaggio di Pulcinella si è sviluppato autonomamente nel teatro dei burattini, di cui è ormai l’emblema.

Rugantino 
Rugantino è una maschera del teatro romano. Questa maschera impersona un tipico personaggio romanesco, er bullo de Trastevere, svelto co’ le parole e cor cortello, il giovane arrogante e strafottente ma in fondo buono e amabile. L’aspetto caratteristico di Rugantino è l’arroganza, infatti il suo nome nasce dalla parola romanesca ruganza ovvero “arroganza”.
Il Ghetanaccio, che fu il più noto burattinaio romano, fu conosciuto soprattutto per le sue rappresentazioni che avevano come protagonista proprio Rugantino, ciò fa supporre che le sue origini risalgano alla fine del 1700.

Pantalone
Pantalone è una maschera veneziana e un personaggio della commedia dell’arte.
Pantalone nasce a Venezia intorno alla metà del ‘500, rappresenta il tipico mercante vecchio, avaro e lussurioso.

Meneghino
La parola Meneghino (in milanese Meneghin) è un diminutivo del nome Domenico (milanese Domenegh e Menegh). È una maschera della commedia dell’arte che si identifica con la città di Milano.
Nel Carnevale Ambrosiano, è accompagnato da un’altra maschera popolare milanese, moglie di Meneghino: la Cecca (di Berlinghitt), diminutivo dialettale di Francesca.
Tradizionalmente nei paesi cattolici, il Carnevale ha inizio con la Domenica
di Settuagesima (la prima delle nove che precedono la Settimana Santa secondo il calendario Gregoriano);[senza fonte] finisce il martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri che segna l’inizio della Quaresima. La durata è perciò di due settimane e tre giorni. Il momento culminante si ha dal Giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.

Ricette di carnevale 

Bugnes
In Francia per le feste di Carnevale si usa preparare le “bugnes” o frittelle dolci.
Queste frittelle sono profumate con l’acqua di fior d’arancio.
Di solito sono a forma di nodo ma le forme possono cambiare  le forme a seconda della regione.

Ingredienti per 4 persone:

250 g. di farina 
1 bustina di lievito di birra 
30 g. di zucchero
2 uova
75 g. di burro
10 cl. di latte tiepido
3 cucchiai di acqua di fior d’arancio
1 pizzico di sale
olio di arachide per friggere 

Preparazione:
Mescolare la farina con lo zucchero, il lievito e il pizzico di sale. 
Unirvi il latte tiepido, le uova, l’acqua di fior d’arancio e il burro fuso ma non caldo. 
Lavorare l’impasto e formare una palla. Fare riposare 12 ore nel frigorifero.
Riprendete la pasta, stendeterla con il matterello ad una altezza di 3 mm. Ritagliate con la rotella dentata delle strisce 20 x 2 cm. 
Annodatele tutte con cura senza stringere troppo.
Friggete le “bugnes” in olio ben caldo e abbondante, poche alla volta. 
Quando saranno dorate,  scolarle su un foglio di carta da cucina per togliere l’olio in eccesso. 
Spolverarle con zucchero a velo e servirle.

Chiacchiere, frappe, cenci, molti  nomi diversi per questi dolci di carnevale.
Ma forse non tutti sanno che provengono dalle antiche” frictilia” dei Romani.
che venivano fritte nel grasso di maiale. 
Le antiche «frictilia», cotte su piastre unte col lardo, sono l’unico dolce che ha lasciato tracce in tutte le regioni italiane.
Da notare che alcuni nomi dati a questi dolci tipo chiacchiere e bugie ci fanno ricordare che a Carnevale si poteva dire qualsiasi cosa senza nessuna paura di ritorsioni.

Castagnole – tipico dolce di carnevale della gastronomia friulana

Ingredienti:
400 g Farina
50 g Zucchero
2  Uova
80 g Burro
1 cucchiaini Lievito chimico
1 scorza Limone grattugiato
Zucchero a velo
1 pizzico sale
olio per friggere ( arachide)

Preparazione: 
In una terrina ammorbidire il burro, incorporare lo zucchero e poi le uova, uno alla volta, mescolare e aggiungere la buccia grattugiata del limone, un pizzico di sale e farina quanto basta per ottenere un impasto morbido, aggiungere il lievito.
Con un cucchiaio fate delle palline , grandi come una noce, che lascerete cadere dentro l’olio bollente.
Appena saranno di colore dorato toglietele, metterle a colare su carta da cucina per eliminare l’olio in eccesso e servite spolverizzate di zucchero a velo.

Bugie 

Ingredienti:
500 gr Farina 
1 Uovo
una noce di burro 
3 cucchiai di zucchero 
la buccia grattugiata di un limone
un bicchiere di vino bianco secco –
Olio per friggere ( consiglio di arachide)
Zucchero a velo
Sale

Preparazione:
Versare la farina sulla spianatoia a fontana e aggiungere nel centro l’uovo, il burro ammorbidito, lo zucchero, la buccia di limone, un pizzico di sale e il vino. Impastare il tutto.
L’impasto deve rimanere abbastanza sodo. Ridurre l’impasto a palla e farlo riposare per circa 30 minuti.
Stendere l’impasto molto fine sulla spianatoia infarinata e tagliare delle strisce con la rotella dentata. Friggerle in abbondante olio d’oliva caldo. 
Quando le bugie sono gonfie ma ancora bianche scolarle, metterle su carta assorbente da cucina per rimuovere l’eccesso di grassi e spolverizzarle con tanto zucchero a velo.

Quaresimali

Ingredienti (per quattro persone):
250 g di mandorle dolci sgusciate (possibilmente siciliane)
150 g di zucchero
2 albumi
poca farina
neroli (acqua di fiori d’arancio)
2 cucchiai di finocchietti confettati (semi di finocchio, ricoperti da un sottile strato di zucchero) o mompariglia già confezionata (quella decorazione a granelli di tutti i colori chiamati anche diavoletti colorati)

Preparazione (tempo 25 minuti circa escluso il riposo della pasta)
Battere nel mortaio (o mixer) mandorle e zucchero, lavorandoli lungamente con gli albumi sino a ricavare un impasto sodo. Unire, sempre lavorando col mestolo, un po’ di neroli (L’olio essenziale di neroli è un olio vegetale prodotto per distillazione dei fiori di arancio amaro) e poca farina. Realizzare uno strato di pasta d’altezza – mediamente – circa 1 cm, stenderlo col matterello su un piano di lavoro già unto e, con lo stampino, creare le forme volute, in genere quella tonda e quella romboidale. Far aderire alla pasta la mompariglia (piccole palline di zucchero colorate).
Far riposare una notte. Posizionare i dolcetti su una placca da forno già unta e cuocerli, 15 minuti o anche meno a 250°, finché acquisiscano un colore vivo, dorato.
Questi biscotti vengono chiamati quaresimali perché vengono realizzati da una antica e nota pasticceria di Genova durante la quaresima.

Rosquillas –  ciambelle fritte tipiche della Spagna

Ingredienti: 
250 gr. di farina
lievito vanigliato per dolci
2 uova
50 gr. di burro
100 gr. di zucchero semolato
latte
scorze grattugiate di 1/2 limone e 1/2 arancia
 1/2 bicchierino di liquore ( a piacere)
sale.

Preparazione: 
Grattugiare    le scorze di limone e arancia. 
Sbattere l’uovo e unirlo al burro fuso, il latte e il liquore.
 Mescolare bene, unire il lievito, lo zucchero e le scorze grattugiate aggiungere la farina poco alla volta continuando a mescolare. Si otterrà così una pasta. 
Prendere piccole porzioni, dar loro una forma cilindrica e unire le estremità per formare le “rosquillas”.
Friggerle in olio caldo per 1 minuto in ambo i lati o finché siano dorate. 
Toglie, asciugarle su carta da cucina assorbente e quando sono fredde spolverarle con zucchero a velo.

 
 
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