A Villa Giulia si aprono al pubblico quattro nuove sale espositive dedicate a Veio

da Civitanews

23 gennaio 2012 

 

di Raniero Pedica

 

 

ROMA – “A Villa Giulia si aprono al pubblico quattro nuove sale espositive dedicate a Veio, che concludono il percorso espositivo di Villa Giulia, e, negli ambienti fastosi di Villa Poniatowski, presentiamo i corredi di Umbria e Latium Vetus. A termine di un progetto iniziato nel 1995, se vogliamo un po’ ambizioso, di rinnovamento integrale per completare, con costanza e passione, il Polo Museale Etrusco”: con queste parole il Soprintendente Anna Maria Moretti, da pochi giorni in pensione, ha presentato, durante l’affollata conferenza stampa del 19 gennaio, i nuovi allestimenti presso il museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia di Roma. Assente, per improrogabili impegni istituzionali, il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi. L’apertura delle nuove sale espositive è stato un appuntamento culturale da non mancare per molti studiosi, architetti, archeologi e giornalisti specializzati. Veio, uno dei grandi centri dell’Etruria Meridionale e grande nemica di Roma, famosa per le splendide statue in terracotta policroma che decoravano uno dei templi più venerati dell’Etruria (fine VI sec. a.C.), è presentata con corredi sontuosi e preziosi del VIII e VII sec. a. C. appartenuti a personaggi di alto rango. Nel percorso museale, da venerdì scorso aperto al pubblico, dopo le sale che illustrano il territorio di Falerii Veretes (l’Apollo dello Scasato, tra i reperti, il più ammirato e fotografato, ndr), sono stati raccolti gli oggetti recuperati negli scavi archeologici nel corso del Novecento, tra cui quelli del re-sacerdote deposto nella tomba con un sontuoso armamento in bronzo. Nel percorso espositivo anche recuperi recenti, come quello della tomba principesca della necropoli di Monte Michele, della metà del VII sec. a.C. che ha restituito un carro a quattro ruote in bronzo impiegato nel rituale per il trasporto delle ceneri del defunto. Le ultime due sale presentano le terrecotte architettoniche del santuario dell’Apollo di Veio e di altri luoghi di culto. A pochi metri di distanza da Villa Giulia, dopo aver percorso un viale d’accesso, sono state esposte, presso Villa Poniatowski, le collezioni “storiche” dei centri dell’Umbria e del Latium Vetus. La celebre villa cinquecentesca, costruita dalla famiglia Cesi, fu proprietà, dalla fine del ‘700 di Stanislao Poniatowski. Il principe polacco, nipote dell’ultimo re di Polonia (possessore anche di Falerii Novi e di concessioni di scavi nei terreni intorno alla città romana, ndr), incaricò Giuseppe Valadier di ristrutturare, decorare la villa e di completare i giardini. Definitivamente acquistata nel 1988 dallo Stato Italiano e oggetto di lunghi e delicati restauri tra il 1997 e il 2010, Villa Poniatowski è oggi parte integrante del nuovo “Polo museale etrusco di Roma”. Nella sala dell’Ercole Farnese, al pian terreno, sono visitabili le antichità umbre di Terni (X- VIII sec. a. C.) I reperti esposti, rinvenuti durante i lavori per le acciaierie, evidenziano una società dominata da capi guerrieri. Dal territorio dell’antica Todi le necropoli hanno restituito corredi di altissimo livello, tra cui la tomba di guerriero della necropoli di San Raffaele, rappresentata da un’elmo da parata in bronzo con applicazioni in argento e la tomba “degli Ori” dalla necropoli di Peschiera, appartenuta ad una donna di alto rango (periodo tra il V e il III sec. a.C.). Nel piano nobile di Villa Poniatowski, tra sale riccamente affrescate, sono esposti i reperti del Latium Vetus (Satricum, Palestrina, Nemi e Gabii) provenienti da scavi sistematici e rinvenimenti fortuiti avvenuti nel Lazio alla fine dell’800. La congrua raccolta di materiali mostra, anche con oggetti votivi provenienti dai santuari latini, l’edilizia sacra a carattere monumentale e la sfera del culto. Singolare, tra l’antefissa del tempio di Iunio Sopita di Lanuvio (500 a.C.) e gli altorilievi frontonali tardo arcaici (500- 480 a. C., con scene di combattimento provenienti dal santuario di Diana a Nemi), è il monumentale sarcofago rinvenuto a Gabii nel 1899. Ricavato da un tronco di quercia, ha riportato in luce una ricca deposizione di età orientalizzante (I metà del VII sec. a. C.). Tra armi e terrecotte architettoniche esposte nella sala delle colonne, non mancano i metalli preziosi, come quelle delle tombe Bernardini e Barberini di Palestrina. Nei corredi spiccano le meravigliose oreficerie realizzate con tecniche di microgranulazione etrusca, gli avori intagliati, le suppellettili in oro, argento e bronzo. Da segnalare, infine, l’allestimento, coordinato da Anna Maria Moretti, della nuova sede della Biblioteca specialistica. Un grosso patrimonio bibliografico di oltre 17 mila volumi di etruscologia, raccolto, catalogato e a disposizione di studiosi esterni e ricercatori. I volumi, provenienti da donazioni di archeologi operanti presso Villa Giulia (tra cui Mario Moretti e Maria Santangelo) comprendono anche rari testi facenti parte della collezione del famoso etruscologo Massimo Pallottino: una preziosa raccolta acquistata nel 1996 da Mauro Cristofari, all’epoca direttore del CNR.

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