Dopo tanti anni, ricordo ancora il podere di mia nonna dove trascorrevo felici giornate all’aria aperta. Spesso l’accompagnavo nel pollaio, perché mi piaceva vedere i pulcini che pigolavano, dietro alla chioccia, in fila indiana. Erano tempi belli, quelli.
Nel pollaio c’èra un galletto che mia nonna, per la sua alterigia e per il colore verde brillante delle piume sul petto, aveva chiamato il “Gallo Cedrone”. Non aveva un momento di sosta, correva continuamente appresso alle giovani gallinelle.
Ero molto giovane e non riuscivo a capire perché corresse così tanto. Mia nonna mi diceva che lo faceva per garantire la sicurezza, nel timore che entrasse qualche volpe.
Solo più tardi riuscii a capire il vero motivo del tanto dimenarsi. Un giorno mia nonna decise di comperare un altro gallo più giovane. Non appena lo inserì nel pollaio scoppiò una grande baruffa tra i due a colpi di becco. La lotta non aveva più termine. Alla fine decise di dividere galli e pollaio. Al nuovo arrivato assegnò le più giovani gallinelle. Al Gallo più anziano la divisione non piacque ed escogitò uno stratagemma. Buttata da una parte giaceva da anni una vecchia scala abbandonata. Vidi il Gallo Cedrone con alcune galline che si davano da fare per sistemarla vicino alla rete. Notte tempo il nostro Cedrone, grazie all’ingegnosa trovata, riusciva ad intrufolarsi nell’altro pollaio. E mentre il nuovo galletto, provato, riposava, il gallo Cedrone non più soddisfatto delle vecchie galline, rincorreva veloce le giovani gallinelle.
Io mi domandavo con occhi di giovanetto:
– Come poteva essere così potente nonostante la sua veneranda età? –
Eppure la nonna dava a tutto il pollaio lo stesso becchime. Osservando bene il suo comportamento, mi accorsi che il Cedrone, di soppiatto, beccava in un cespuglio di menta piperita, che nell’altro pollaio non c’era.
Sarà stato per questo, oppure perchè di razza superiore, che il vecchio Cedrone, non si addormentava mai e sfoggiava la sua potenza?
Ramon