Lago di Vico: arsenico impazzito. E lì vicino c’è la zona militare, la Chemical City

da liberatorio politico

http://liberatorio.splinder.com/post/24795424/lago-di-vico-arsenico-impazzito-e-li-vicino-ce-la-zona-militare-la-chemical-city

www.danielecamilli.it

Lago di Vico (provincia di Viterbo), livelli d’arsenico alle stelle. A dir poco pazzeschi. “Inimmaginabili e al di là d’ogni aspettativa”. Non stiamo parlando di 30, 40 o 50 microgrammi per litro. Ma di grammi. Quasi un grammo per ogni chilo di sedimento, cioè di terra depositata sui fondali. Di origine naturale? Dovuto alla conformazione vulcanica del terreno? Nient’affatto. La causa è sicuramente antropica, vale a dire umana. Un inquinamento provocato da fattori di cui però non si riesce ancora ad individuare il periodo. Ma è altrettanto certo che sia da collocare nel ‘900. Quando attorno al Lago di Vico si faceva uso di prodotti per l’agricoltura d’ogni tipo. Quando a pochi passi dalle coste era attiva la zona militare Nbc (Nucleare, batteriologica, chimica), ossia la “Chemical City” voluta dal fascismo. Tra il 1940 e il 1944. Con il suo impianto di produzione, l’iprite, il fosgene e altri elementi miscelati appunto con l’arsenico. Bonificati solo tra il 1995 e il 2000. Con tanto di danni collaterali, come il ciclista che nel 1996 venne steso da una nuvoletta tossica di passaggio sfuggita alla Zona Militare. A parlarcene è l’ecologo Giuseppe Nascetti, docente presso la facoltà di Scienze di Viterbo e prorettore dell’Università della Tuscia. È stato lui, con la sua equipe di lavoro, a scoprire i quantitativi di arsenico nei sedimenti del lago.

 

 

Inizialmente assieme all’Arpa. Poi “con i colleghi dell’Enea”. “Per amor di patria – ci ha detto – Non per cercare i colpevoli, ma solo per capire. Il compito della scienza: comprendere i fenomeni per conoscere cosa è avvenuto. Un servizio dell’Università al territorio”. Due semplici carotaggi a circa 40-50 metri di profondità e nel bel mezzo del bacino lacustre. Il primo nell’inverno del 2009, il secondo sul finire della primavera del 2010. Senza nemmeno una lira a disposizione. Infine l’interesse della Regione, ma l’affidamento delle ricerche all’Arpa che per dare i risultati s’è presa tempo fino al 2013. E un finanziamento di diverse migliaia di euro. “A noi sarebbero bastati 6 mesi. Se le ricerche fossero partite immediatamente – ha aggiunto – oggi avremmo i risultati della caratterizzazione geochimica di tutto il bacino”. E sapremmo pure chi ringraziare per questi valori che, come ha sottolineato Nascetti, sono “inimmaginabili e al di là d’ogni aspettativa”. “Il bacino del lago – ci ha poi spiegato – è come una conca che raccoglie tutto quello che entra nelle acque. Con il carotaggio del 2009 abbiamo riscontrato una presenza media di arsenico pari a 700 milligrammi per chilo. Con il secondo abbiamo invece suddiviso il sedimento in due parti. In quella superficiale e più recente, il dato è di 300 milligrammi. Più in profondità arriva quasi a un grammo per chilo di terra”. Una quantità enorme “che deriva sicuramente dall’intervento dell’uomo. Ma per sapere a quale periodo risale dobbiamo analizzare il tutto con il Carbonio 14”. Una tecnica che permette di capire la data esatta in cui il deposito di arsenico è avvenuto. “Tuttavia non in questi ultimi anni”. La “Chemical city” potrebbe avere qualche responsabilità? “Non lo sappiamo – precisa Nascetti – Dobbiamo avere in mano dati certi prima di proporre soluzioni”.

 

 

A quanto pare, però, nella zona militare c’era un impianto di produzione e diversi materiali tossici. È possibile che la loro lavorazione abbia prodotto dei reflui? “E’ probabile – risponde – E se così fosse, chi controllava i reflui dei prodotti chimici? Questa lavorazione, ha sversato o no nel bacino?”. Ci sono dei tubi che dall’area militare arrivavano al lago? Aggiungiamo noi.

 

 

Non solo, ma “c’è pure un’altra ipotesi. Secondo la testimonianza di alcuni anziani del posto sembra che le truppe naziste abbiano buttato dei bidoni nel lago di Vico prima di abbandonare la zona occupata nel 1943”. Infine, un altro dato che solleva ulteriori dubbi. Ce lo fornisce ancora una volta Nascetti. “Anche l’acqua di falda di Punta del Lago – molto vicina alla zona militare – ha una concentrazione d’arsenico decisamente elevata. Pari a 300 mcg per litro”. Dovuta a cosa? Semplice…“alla mano dell’uomo”.

 

Daniele Camilli & Roberto Pomi

l’Opinione di Viterbo e Alto Lazio

Lago di Vico: dateci risposte. Diteci la verità

Lago di Vico: I Documenti degli Archivi Militari Inglesi (National Archives) sulla produzione di gas letali nella “Chemical City” durante anni Quaranta

L’arsenale segreto dei Veleni di Stato

I Video

Nel sito “Biografia di una bomba” troverete alcuni esempi di ordigni a caricamento chimico ritrovati nel Lago di Vico.

postato da: ReNero75 alle ore 22:13 | link | commenti (5)
categorie: ambientebonificaarmi chimichecoordinamento nazionale veleni d

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *